In cosa consiste la Citizen Science e come tale approccio può contribuire a tutelare e salvaguardare la conservazione marina.
La citizen science, o scienza partecipativa, è un approccio scientifico che coinvolge attivamente i cittadini nella raccolta e nell’analisi di dati rilevanti per la ricerca. Nel campo della conservazione marina, la citizen science funge, nello specifico, da strumento prezioso per affrontare sfide molto complesse, tra le quali possiamo annoverare l’inquinamento marino, il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.
Cos’è la citizen science
La citizen science è un approccio che permette la partecipazione dei cittadini, in modo da colmare lacune conoscitive e di monitorare gli ecosistemi marini.
Tra le varie iniziative, ad esempio, ci sono la raccolta di dati sulle condizioni delle coste, il monitoraggio della presenza di specie marine e l’identificazione di inquinanti.
Un esempio – in tal senso – è rappresentato dalle attività di monitoraggio delle tartarughe marine, in cui i cittadini sono coinvolti nell’individuazione e nella protezione dei nidi. Tale collaborazione ha prodotto risultati importanti, sia in termini di conservazione delle specie, sia per quel che concerne la sensibilizzazione delle comunità del posto.
Maggiore consapevolezza delle condizioni delle acque
Attraverso il coinvolgimento diretto, i cittadini sviluppano una comprensione più profonda delle problematiche marine, acquisendo – al contempo – competenze scientifiche di base e un senso di responsabilità verso la tutela del proprio ambiente.
Inoltre, la citizen science rappresenta anche un modello di sostenibilità in ottica di gestione delle risorse e per la ricerca ambientale.
La partecipazione collettiva riduce i costi operativi, costruendo, al contempo, reti collaborative tra scienziati, istituzioni e società civile.
Un approccio molto importante, dunque, considerando che – nel 2023 – lo sbiancamento dei coralli è diventato un problema serio, visto che circa il 50% degli stessi non è riuscito a rigenerarsi, secondo il Global Coral Reef Monitoring Network, GCRMN, e il rapporto dell’IPCC.
Pertanto, la subacquea rappresenta un metodo fondamentale per la tutela degli ecosistemi marini, in quanto permette di esplorare le acque oceaniche, in modo da raccogliere importanti dati sui fondali, il tutto, però, con l’ausilio di tecnologie avanzate, grazie anche al lavoro che svolgono organizzazioni come la PADI.
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ultimo aggiornamento: 28 Novembre 2024 12:54