Come funziona Signal? Cos’ha di diverso da WhatsApp (e Telegram)? Scopriamo tutto sull’app di messaggistica.
Da quando, a gennaio 2021, WhatsApp ha aggiornato termini e condizioni di utilizzo, imponendo ai suoi utenti l’accettazione per continuare ad usufruire del servizio, è partito quello che potremmo definire un esodo virtuale. Molti hanno infatti deciso di scaricare Signal. L’app di messaggistica concorrente, prima sconosciuta all’utente medio, ha avuto un successo che sarebbe stato difficile prevedere.
Anche voi vi siete chiesti come funziona Signal? Cos’è? È meglio delle app concorrenti? Prima di analizzare insieme la questione, ricordiamoci che nei Paesi dell’Unione Europea dal 2018 vige la normativa GDPR, che ci protegge dall’eventualità che WhatsApp condivida i nostri dati degli utenti con Facebook.
Cos’è Signal?
Signal è un app di messaggistica istantanea gratuita, né più né meno. Il suo momento di gloria è dovuto anche alla menzione di uno degli uomini più potenti del mondo, Elon Musk, che con un tweet consigliò: “Usate Signal“. Il patron di Tesla è stato poi ritwittato da Edward Snowden, uno che di cybersecurity ne sa qualcosa.
Avete mai sentito parlare di Brian Acton? Se questo nome, al contrario dei precedenti, non vi dice nulla, non dovete preoccuparvi: Acton è stato il fondatore di niente meno che WhatsApp. Nel 2017 ha però deciso di lasciare l’azienda, dopo l’acquisizione da parte di Facebook; è poi diventato uno dei finanziatori di Signal, che è invece gestita da un’organizzazione senza scopo di lucro, la Signal Foundation.
Altro dato interessante: il capo della Signal Foundation è tra gli autori del protocollo di crittografia end-to-end su cui si basano Skype, WhatsApp e Messenger.
Signal app: come funziona?
Signal mette la sicurezza al primo posto, immagazzinando nei suoi server solo informazioni tecniche aggiuntive (come token di autenticazione, token push e chiavi crittografiche).
Le conversazioni possono essere viste solo tra gli utenti: questo vale anche per WhatsApp, ma Signal non conserva nemmeno i cosiddetti metadati delle conversazioni (dove, quando, con chi abbiamo parlato).
L’app è disponibile per Android o iOs (ma esiste anche la versione desktop). Dopo aver effettuato il download, è necessario registrarsi e attivare il sistema. Si inserisce il numero di telefono, si sceglie se dare accesso ai nostri contatti in rubrica (se lo neghiamo ci viene richiesto di inserire un PIN) e poi possiamo usarla come ogni altra app di messaggistica.
Oltre alle chat classiche, si possono effettuare chiamate vocali e video.
Le critiche che vengono mosse a Signal? Ad alcuni non piace che l’app usi come identificativo di ogni utente il numero di telefono. Chi sceglie di non farlo deve impostare un codice PIN.
Signal vs Telegram (e WhatsApp)
Quindi, qual è la migliore app di messaggistica? Conviene cercare un’alternativa a WhatsApp? E poi, Signal regge il confronto con Telegram, un’altra app piuttosto popolare? Abbiamo raccolto alcune differenze, eccole di seguito:
- Signal e WhatsApp applicano il protocollo di crittografia end-to-end a tutte le conversazioni, mentre su Telegram (come anche Messenger) questa funzione va attivata.
- Signal e Telegram hanno la possibilità di attivare le chat segrete, conversazioni i cui messaggi scompaiono poco dopo l’invio.
- WhatsApp e Telegram, come abbiamo già visto, conservano i metadati delle chat, mentre Signal no.
- Signal è gestito da una no profit, mentre WhatsApp no; anche Telegram è legato ad un’organizzazione non a scopo di lucro.