Raccolta differenziata, l’Italia è un esempio in Unione Europea

Raccolta differenziata, l’Italia è un esempio in Unione Europea

L’Italia ha dimostrato di essere un buon esempio in Europa per quel che concerne la raccolta differenziata: i dati.

Da gennaio 2024, è obbligatorio per tutti gli Stati membri dell’UE attuare la raccolta differenziata per la frazione organica dei rifiuti solidi urbani. A cinque mesi dall’inizio del programma, esaminiamo i progressi compiuti.

Raccolta differenziata, l’Italia è un ottimo esempio in Unione Europea

La direttiva UE 2018/851 ha introdotto una riforma importante nella gestione dei rifiuti urbani, stabilendo obiettivi ambiziosi per il riciclo. Quali strategie si stanno rivelando efficaci? Tra i Paesi membri, l’Italia si impone come uno dei più avanzati e come un punto di riferimento.

Nonostante sia stato registrato un incremento generale del 1% dal 2020 e del 4,5% dal 2019 nella produzione di rifiuti urbani in Europa, l’Italia conta una riduzione del 1,8% rispetto al 2021, secondo l’ultimo “Rapporto Rifiuti Urbani 2023” di ISPRA. Ciò avviene nonostante si sia verificato un aumento del PIL e della spesa delle famiglie rispettivamente del 3,7% e del 6,1%.

Bidoni della raccolta differenziata

La percentuale di raccolta differenziata in Italia è aumentata dell’1,2% rispetto agli anni precedenti, raggiungendo il 65,14% nel 2022. I rifiuti organici rappresentano il 38,3% del totale, seguiti da carta e cartone (19,3%), vetro (12,3%), plastica (9%), legno (5,3%) e metallo (1,9%).

L’importanza della raccolta porta a porta

L’efficace gestione dei rifiuti attraverso la raccolta porta a porta in Italia ha contribuito a limitare l’espansione delle discariche e a promuovere il recupero e il riutilizzo dei materiali, inserendo l’Italia in una posizione di leadership nel settore del riciclo in Europa. Infatti, nel 2020, l’Italia ha registrato un tasso di riciclo del 72%, ben superiore alla media europea, stimata al 53%.

La raccolta degli scarti organici è ora obbligatoria in tutti gli Stati membri, ma l’Italia è considerata un modello anche fuori dall’UE. Anche se la situazione nei diversi Paesi membri varia, l’UE ha continuato a sviluppare normative per la gestione dei rifiuti e il riciclo, parte di un ampio pacchetto di misure per l’economia circolare. La direttiva UE 2018/851 stabilisce anche obiettivi di riciclo del 55% entro il 2025, del 60% entro il 2030 e del 65% entro il 2035.

Anche se in Paesi come Germania, Austria e Polonia il processo è ancora agli inizi, in Italia l’obbligo di raccolta degli scarti organici è in vigore dal 31 dicembre 2021, grazie al D.Lgs 116/2020. Questo modello ha ottenuto riconoscimento anche negli Stati Uniti, dove il sindaco di New York ha recentemente annunciato una nuova modalità di gestione dei rifiuti ispirata dall’Italia, con il supporto del Consorzio Italiano Compostatori.

La raccolta degli scarti organici non solo contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di riciclo europei e mondiali, ma rappresenta anche un’opportunità per l’industria e un passo avanti verso la sostenibilità ambientale.