Ibrahim ha perso l’auto in seguito all’incidente aereo di San Donato e riceve dai colleghi una vettura nuova.
A causa dell’incidente aereo di San Donato, Ibrahim Kamissoko ha perso l’auto che aveva comprato con tanti sacrifici. Era difficile poter andare a lavorare senza un mezzo di trasporto. Così i colleghi e il datore di lavoro si sono riuniti e hanno trovato una soluzione per il ragazzo che aveva speso tutti i risparmi, pur di comprarsi la macchina. Così, insieme, gli hanno regalato una vettura nuova: “Siamo una famiglia, se lo merita”, ha commentato il capo dell’azienda per cui lavora.
Resta senza auto dopo l’incidente di San Donato: la solidarietà dei colleghi
La sua vecchia Opel Corsa è andata distrutta e completamente carbonizzata a seguito dell’incidente di San Donato Milanese, che ha avuto luogo il 2 ottobre, dureante il quale un aereo è precipitato, provocando un vistoso rogo. Ibrahim Kamissoko, originario del Mali, di 27 anni è rimasto, dunque, senza l’auto che aveva comprato compiendo molti sacrifici.
Un problema che, però, hanno risolto il suo datore di lavoro e i colleghi, con un grande atto di generosità e solidarietà: insieme, infatti, il gruppo ha deciso di regalare una vettura nuova di zecca al ragazzo, il quale non poteva affatto permettersene un’altra visto che, per acquistare quella che aveva, aveva speso tutti i soldi che aveva messo da parte.
Il gesto di solidarietà per Ibrahim dell’azienda
Luca Bianco, titolare dell’azienda Maglificio Riba di Spino d’Adda, insieme ai suoi colleghi hanno deciso di comprare un’auto nuova al giovane. Ecco come spiega il suo gesto di solidarietà, secondo quanto raccontato a Il Giorno: “Ho deciso d’istinto. Ibrahim lavora per me da 7 anni, è arrivato in Italia su un barcone, è finito qui a Spino d’Adda e i servizi sociali mi hanno chiesto di prenderlo in ditta. Non ero molto del parere, dico la verità. Ma ho dovuto ricredermi: è un bravissimo ragazzo“.
Tutti i dipendenti del maglificio, dunque, hanno voluto dare il proprio contributo per aiutare il giovane, come spiega il datore di lavoro: “ciascuno degli altri dipendenti avrebbe voluto fare qualcosa. I tempi sono quelli che sono per tutti e quindi abbiamo detto loro che avrebbero potuto coprire le spese assicurative per un anno. Al resto avremmo pensato noi“.