Inizia a delinearsi un percorso di austerità e di controllo dei consumi energetici dopo lo scoppio del conflitto russo-ucraino.
Il conflitto Russia-Ucraina sta avendo già gravi conseguenze non solo per le due nazioni coinvolte: infatti, minaccia, potenzialmente, di danneggiare l’economia europea. Tra sanzioni e boicottaggi verso la nazione governata da Putin, si è delineato un nuovo scenario che ricorda quello degli anni ’70: il controllo dei consumi energetici.
Consumi energetici: austerità a causa del conflitto ucraino-russo?
Dopo la pandemia di Coronavirus, il mondo si ritrova di fronte a un’altra grave minaccia rappresentata dal conflitto tra Russia e Ucraina. Molti governi hanno già sanzionato – in diversi modi – la nazione di Vladimir Putin, con la speranza di porre fine al conflitto tra i due paesi. Emerge, in questa situazione, un quesito che diventa sempre più pressante: ci ritroveremo ad affrontare un periodo di austerità e controllo dei consumi energetici?
La risposta non è ancora definita, ma – probabilmente – la questione è pressante e riguarda tutti i paesi europei che – dalla nazione più grande del mondo – ottengono forniture di gas, tra i quali c’è anche l’Italia. Il nostro paese ne rimarrà senza, visto che ne importa il 40% dalla Russia?
Mario Draghi, in proposito, in un intervento al Senato, si è espresso in questo modo: “Nel breve termine, anche una completa interruzione completa dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe di per sé comportare seri problemi” ma, nel contempo, “non possiamo essere così dipendenti dalle decisioni di un solo paese, ne va anche della nostra libertà, non solo della nostra prosperità“.
La risposta della Russia alle sanzioni e le possibili azioni dell’UE
Prima che Putin invadesse l’Ucraina, gli Stati Uniti e i loro alleati europei hanno annunciato severe sanzioni economiche alla Russia, compreso il settore energetico. La Germania, dal canto suo, ha formalmente sospeso l’approvazione del nuovo gasdotto Nord Stream 2, di proprietà della compagnia statale russa del gas, progettato per fornire gas russo alla Germania.
La domanda che ci si pone è la seguente: come si vendicherà Mosca? Il continente europeo teme che la Russia possa reagire alle sanzioni, tagliando fuori i paesi che dipendono maggiormente dal gas naturale russo. L’Europa, infatti, importa il 40% del suo gas naturale.
Questi legami energetici ed economici non interessano – allo stesso modo – tutti i paesi europei. Il Cremlino cercherà – senza dubbio – di sfruttare queste differenze per seminare disunione come risposta all’invasione osteggiata dall’Unione Europea, anche se – a tale azione – l’UE potrà rispondere, optando per il sostegno degli stati membri più vulnerabili al ricatto russo e ripensare la struttura dei mercati energetici europei al fine di dipendere sempre meno dalla Russia per l’approvvigionamento di gas naturale.
In questa situazione, si può, inoltre, ipotizzare un’inflazione che potrebbe coinvolgere – non solo i consumi di gas – ma anche quelli legati all’elettricità che – d’altronde – hanno già subito un rincaro con l’ingresso del nuovo anno.