Ogni giorno usiamo diversi emoji per esprimere sentimenti e stati d’animo. Cosa dicono della nostra personalità tutte queste faccine?
Che ci piaccia o no, gli emoji sono diventata parte integrante della nostra vita, seppur digitalmente. Il mare di faccine a nostra disposizione sulle piattaforme social rappresenta lo strumento perfetto per esprimere gioia, risate e tristezza quando inviamo messaggi agli altri. “Ehi, come stai?“: una semplice frase che, negli ultimi anni, è regolarmente accompagnata da una faccina tonda rotondo che sorride. Cosa ci dicono gli emoji della nostra personalità? Ecco cosa racconta una ricerca in merito.
Emoji nel linguaggio digitale: cosa dice la ricerca
In una ricerca, pubblicata nel 2016 sulla Trends on Cognitive Sciences, un team di psicologi sostiene che il crescente utilizzo di emoji ci aiuta a ottenere la stessa soddisfazione dalle interazioni digitali al pari delle comunicazioni che avvengono di persona. I ricercatori della Edge Hill University nel Regno Unito ritengono che gli emoji consentano la comunicazione non verbale, come i gesti e le espressioni facciali, nel mondo digitale di oggi.
Basta guardare gli emoji che piangono lacrime di gioia, ma anche la famosa faccia gialla con gli occhi socchiusi e le gocce di lacrime che volano fuori per intendere una risata piena e fragorosa. Vedendola, sai che la persona che te la invia pensa che quello che hai detto o ciò di cui si sta parlando sia abbastanza divertente da piangere dalle risate.
Le parole da sole potrebbero non trasmettere pienamente tale sentimento. “Diverse regioni del cervello si illuminano quando guardi gli emoji rispetto a quando non li guardi“, ha detto Linda Kaye, docente di psicologia, che ha guidato l’analisi. “Vediamo qualcosa di neurologicamente diverso, il che implica che funzionano come non verbali“, ha detto.
Nel mondo reale, l’uso dei gesti e delle espressioni delle mani gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui comunichiamo con qualcuno. Aiuta a capire il significato che vogliamo trasmettere, fornendo sottilmente una finestra sulla nostra persona, ad esempio quanto siamo empatici o avvicinabili, secondo la Kaye. Quando non riesci a vedere la persona con cui stai comunicando, un emoji funge da opzione efficace. “È il modo in cui ti esprimi emotivamente“, dice la dottoressa. Gli emoji possono alterare drasticamente il significato della frase in cui sono inclusi e il modo in cui si elabora la risposta.
Cosa dicono di noi le faccine?
Che ci piacciano o meno gli emoji, è probabile che li abbiamo utilizzati almeno una volta nella vita. Kaye ritiene che, poiché gli emoji sono più ampiamente utilizzati, possono rivelare la vera opinione di qualcuno su qualcosa, ad esempio durante i sondaggi scientifici, per garantire che i loro messaggi “non siano ambigui“, ha detto. “Potremmo usarli di più nella sperimentazione psicologica“, ha aggiunto la psicologa.
Molti musei, aziende e persino reti di trasporto ricorrono agli emoji quando chiedono un feedback ai propri clienti, al posto di una scala di numeri che va da 0 a 10 per testarne il livello di soddisfazione dei servizi e prodotti che offrono. In uno studio del 2016, Kaye ha identificato alcuni tratti della personalità legati all’uso degli emoji da parte delle persone.
Una scoperta chiave è stata che le persone che li usano tendono ad essere di natura più gradevole ed espansiva, anche nella vita reale: “Ha senso perché queste sono probabilmente persone nel mondo reale che sono più sorridenti“, ribadisce la studiosa. Un altro fattore identificato dal suo team era che le persone che usavano comunemente le emoji erano più socialmente ricettive ed empatiche, il che le rendeva più avvicinabili. “Dicono qualcosa su come ci capiamo e su come è probabile che interagiamo con le persone“, ha detto Kaye.
Quali sono gli emoji più utilizzati?
Durante lo studio, si è appurato che “l’auto-presentazione era negativamente correlata all’uso di emoji tristi“, ha detto Kaye. “Più le persone sono consapevoli di sé, meno usano questi emoji“. Quando si tiene conto di tutto questo, l’età, ovviamente, svolge un ruolo importante. I membri più giovani della popolazione si sono ritrovati di fronte alla comunicazione digitale fin dalla tenera età. I risultati si applicano maggiormente anche ai siti di social network e alle app di comunicazione, ma non alla posta elettronica. “Le email sono considerate più professionali“, ha affermato la Kaye. La ricerca precedente ha rilevato che quasi l’80% delle persone incluse nello studio utilizzava emoji negli sms, mentre il 76% le utilizzava su Facebook e solo il 15% le utilizzava per la posta elettronica.
Tra gli emoji più utilizzati, a livello globale, secondo una recente ricerca di Adobe, realizzata in occasione del World Emoji Day, il 17 luglio, ci sono le seguenti:
- ?: al primo posto, troviamo la faccina che ride tanto da arrivare a piangere;
- ?: al secondo posto, invece, la mano con il pollice alzato, simbolo di accordo;
- ❤️: il cuoricino rosso, simbolo d’amore e d’affetto;
- ?: la faccina che manda il bacio si classifica al quarto posto;
- ?: al quinto posto, troviamo la faccina sconsolata e triste con naso che cola.
Come si può notare i sentimenti più espressi, tramite gli emoji in questione, sono l’amore, la felicità, la tristezza, la rabbia e la sorpresa.