La gestione dello sportello per le donne che scelgono di non interrompere la gravidanza è stata affidata alla federazione regionale del Movimento per la vita.
All’ospedale Sant’Anna di Torino ha aperto ufficialmente la Stanza per l’ascolto, uno sportello per far superare le cause che potrebbero indurre le donne a interrompere la gravidanza. Fortemente voluto dall’assessore regionale alle Politiche sociali e all’integrazione socio-sanitaria Maurizio Marrone, il servizio è sostenuto dalla giunta piemontese e finanziato con un fondo pubblico. A gestirlo sono i volontari del Movimento per la vita, un’associazione anti-abortista di ispirazione cattolica.
È aperta la Stanza per l’ascolto di Torino
Il Movimento per la vita si presenta come un realtà che “ha l’obiettivo di difendere e promuovere il valore della vita umana dal concepimento alla morte naturale, senza eccezioni”. La missione dell’associazione è promuovere “una cultura autenticamente aperta all’accoglienza e alla protezione di ogni essere umano, in qualsiasi fase del suo sviluppo ed in qualsiasi condizione esso si trovi, specialmente nella fase prenatale, dal concepimento, ed in quella terminale, minacciata dalla cultura eutanasica dello scarto”.
La Stanza per l’ascolto al Sant’Anna di Torino nasce ufficialmente “per dare assistenza materiale e un sostegno economico una tantum alle donne che scelgono di non interrompere la gravidanza”. Si può accedere volontariamente su prenotazione oppure indirizzate dal personale sanitario dell’ospedale. Ma le associazioni femministe e per i diritti civili sottolineano che affidare la gestione ad un movimento anti-abortista vuole semplicemente convincere le donne a non abortire.
Dopo diversi rinvii e ritardi e numerose critiche, il servizio è diventato operativo. All’inaugurazione l’assessore Marrone ha presentato la Stanza per l’ascolto come “un punto al quale potranno rivolgersi le donne e le coppie che, liberamente e volontariamente, vedendo le locandine affisse nelle bacheche o chiedendo informazioni al personale sanitario, desiderano farsi aiutare nel vedere garantito il diritto ad avere i loro figli con progetti di sostegno, come quelli finanziati dal fondo Vita nascente”.
Finanziato con quasi 1 milione di euro per il 2024, Vita nascente è un progetto regionale a sostegno delle neo-mamme e di chi lo è appena diventata. Il fondo sostiene concretamente le donne in gravidanza e le giovani madri offrendo ascolto, consulenza, supporto, sostegno economico e beni di prima necessità. I progetti sono gestiti da enti del terzo settore che operano nel campo della tutela materno-infantile, iscritti negli elenchi approvati dalle Asl e individuati attraverso un apposito bando.
Ospedale Sant’Anna di Torino: una scelta precisa
La decisione di aprire la Stanza per l’ascolto al Sant’Anna non è certo casuale: la struttura torinese ha un reparto ginecologia all’avanguardia ed è prima in Italia per numero di parti, con quasi 6.600 bambine e bambini nati nel 2022. Al tempo stesso, è anche l’ospedale italiano nel quale si effettuano il maggior numero di interruzioni volontarie di gravidanza: nel 2021 sono state 2.500.
Associazioni, sindacati e partiti di centro-sinistra criticano ferocemente l’iniziativa e parlano di operazione che lede un diritto sancito per legge. “Sui diritti delle donne non tollereremo alcun passo indietro. Lo dico a Torino più che altrove: sul corpo delle donne decidono le donne”, ha detto alla Festa dell’Unità nel capoluogo piemontese Elly Schlein, segretaria del Partito democratico.
La Stanza per l’ascolto rappresenta una lesione del “diritto all’autodeterminazione delle donne sancito dalla legge 194 del 1978”, ha aggiunto la senatrice Valeria Valente del Pd. Contro la decisione di istituire il servizio, la Cgil e il movimento Se non ora quando? di Torino hanno presentato un ricorso al Tar per violazione dei principi della 194. Ora che lo sportello è diventato operativo, c’è grande attesa per il pronunciamento del Tribunale amministrativo.