Si chiama AraBat la startup pugliese che ricicla le batterie al litio, grazie alle bucce d’arancia, con il sistema AraMet.
Grazie all’innovativo sistema idrometallurgico, definito AraMet, questa startup pugliese ricicla le batterie al litio grazie a rifiuti alternativi, come gli scarti agroalimentari. Tale sistema garantisce la produzione di composti di metalli preziosi come, ad esempio, litio, cobalto, manganese e nichel, e ne consente la reintroduzione sul mercato. La startup AraBat è stata definita una vera e propria eccellenza industriale non solo in Italia ma nell’intera Europa.
Come funziona il sistema AraMet
Andando più nel dettaglio la startup pugliese AraBat si occupa di sviluppare processi innovativi per il riciclo di rifiuti pericolosi come i RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e le batterie al litio esauste (LIB). La startup si concentra sullo sviluppo di processi sostenibili legati alla transizione elettrica, così come attività di formazione per quanto riguarda l’economia circolare. Il loro progetto principale si basa sull’industrializzazione di un processo innovativo per il riciclo delle batterie al litio esauste e il recupero di metalli preziosi, da esse, da rivendere e reimpiegare poi in altri processi produttivi.
Tale processo si basa su un sistema idrometallurgico verde che sfrutta l’azione combinata di acidi organici e rifiuti biologici come gli scarti alimentari e, in particolare, le bucce d’arancia. La scorza del frutto contiene sostanze, flavonoidi, acidi fenolici e cellulosa che vanno convertiti in zuccheri a caldo per la fase di estrazione dei metalli. Tale processo, ad oggi, risulta essere più sostenibile rispetto agli altri sistemi di riciclo utilizzati attualmente. Alla fine del processo AraMet l’azienda produce sacchi di carbonato di litio, idrossido di cobalto, idrossido di manganese e idrossido di nichel. Tutti metalli preziosi utilizzati in molti ambiti produttivi e che dunque possono essere reintrodotti sul mercato.
I riconoscimenti alla startup Arabat
La startup pugliese che ricicla batterie al litio è fondata e guidata dall’ingegnere Raffaele Nacchiero, dottorando di ricerca al Politecnico di Bari. Al progetto aziendale collaborano inoltre il responsabile commerciale Vincenzo Scarano, il responsabile tecnico Giovanni Miccolis, il responsabile finanziario Leonardo Renna e il responsabile settore ricerca e sviluppo Leonardo Binetti. Tanti sono i premi che la startup ha ottenuto, tra cui nel 2022 il Premio Migliore Innovazione Ecosostenibile, il Premio Gino di Pace, il Premio Startup più sostenibile. E ancora, l’ENI Award, il Premio Nazionale per l’Innovazione, il Canada-Italia Innovation Award e Terre Rare Innovation Challenge.