Un gruppo di ricercatori dell’Università di Brescia ha scoperto (per puro caso) un nuovo materiale riciclando le batterie agli ioni di litio esauste tramite microonde e con l’aiuto dell’IA.
Una ricerca tutta italiana ha rivelato che è possibile trasformare la CO2 industriale dal riciclo delle batterie al litio in nuovi composti fondamentali per la transizione energetica. La scoperta arriva dal progetto Tech4Lib, supportato dalla Fondazione Cariplo, ed è avvenuta grazie al lavoro di un gruppo di ricerca del Laboratorio di chimica per le tecnologie dell’Università di Brescia in collaborazione con tre diversi dipartimenti dell’ateneo lombardo.
Come trasformare CO2 industriale in nuovi composti
I ricercatori sono partiti dalla pratica del riciclo di materiali strategici e hanno scoperto una tecnologia innovativa e sostenibile riutilizzando le batterie agli ioni di litio esauste. Il team, guidato dalla responsabile Elza Bontempi, si è così ritrovata con un materiale che potrebbe dare nuova vita alla CO2 sequestrata dai processi industriali.
Lo studio si contraddistingue per l’approccio altamente innovativo: l’identificazione della nuova fase è avvenuta grazie ad un forno a microonde e al supporto dell’intelligenza artificiale. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Environmental Research, ma soprattutto poggia su una scoperta che è nata quasi per puro caso.
Bontempi e la sua squadra rivelano che la scoperta di questo nuovo materiale è avvenuta per serendipità: il composto si è mostrato ai loro occhi come un misterioso agglomerato di cristalli rosacei e contenente nichel misto a cobalto, rame e manganese. Per identificare questa materia, i ricercatori si sono avvalsi dell’intelligenza artificiale.
L’IA, utilizzata come strumento interattivo e partecipativo integrato con l’esperienza e la conoscenza umana, ha suggerito una serie di possibili applicazioni del nuovo materiale, in particolare come catalizzatore per la riduzione dell’anidride carbonica e il suo impiego nella sintesi di nuovi composti.
La collaborazione con l’intelligenza artificiale
L’approccio del gruppo con i software di IA è stato fortemente collaborativo. “Di solito l’intelligenza artificiale viene utilizzata per analizzare enormi mole di dati e suggerire nuovi materiali con caratteristiche specifiche – spiega Bontempi –. In questo caso, invece, è stata fondamentale per identificare ciò che avevamo davanti”.
Le previsioni per gli utilizzi futuri verranno presto verificate nel corso della fase due dello studio, che coinvolgerà anche l’Università di Catania e la Bicocca di Milano. Nella migliore delle prospettive, si potrà ottenere materiali innovativi e sostenibili dal riciclo di rifiuti industriali come appunto le batterie esauste e dalla CO2 sequestrata.