Il nuovo volto del Bonus Nido a partire dal 2026: procedure più semplici, ampliamento delle strutture rimborsabili e introduzione del rimborso retroattivo per una maggiore equità.
Dal 1° gennaio 2026, il Bonus Nido italiano subirà una trasformazione significativa grazie al Decreto Legge Economia n. 95/2025. Questa riforma, approvata dal Senato, mira a semplificare l’accesso al bonus, ampliando il numero di strutture educative ammesse al rimborso e introducendo la possibilità di compensare le somme non ottenute in passato. L’obiettivo è ridurre la burocrazia e garantire un sistema più equo e inclusivo per le famiglie con figli in età prescolare.

Procedure semplificate per l’accesso al Bonus Nido
Uno dei cambiamenti più significativi riguarda la semplificazione delle procedure di accesso al bonus. In passato, i genitori dovevano presentare annualmente una domanda tramite il portale INPS, allegando documentazione e ricevute, un processo spesso lungo e ripetitivo. Con la nuova normativa, sarà sufficiente una sola richiesta valida per l’intero periodo di frequenza del bambino. Questo ridurrà notevolmente la burocrazia, poiché l’unico adempimento annuale richiesto sarà la conferma del possesso dei requisiti, un’operazione che promette di essere rapida e semplice.
Apertura a nuove strutture educative
La riforma prevede anche un ampliamento delle strutture riconosciute e ammesse al rimborso. Oltre agli asili nido pubblici e privati convenzionati, il bonus coprirà anche nidi e micronidi autorizzati, sezioni primavera per bambini tra i ventiquattro e i trentasei mesi, spazi gioco che offrono attività educative fino a cinque ore giornaliere e nidi in famiglia gestiti da educatori qualificati. Queste realtà, purché autorizzate secondo le normative locali, potranno finalmente beneficiare del sostegno economico. Restano esclusi solo i centri che prevedono la presenza di un adulto accompagnatore.
Introduzione del rimborso retroattivo per una maggiore equità
Un’altra importante novità è l’introduzione del rimborso retroattivo. Le famiglie che nel 2024 e 2025 hanno visto respinta la domanda di bonus a causa della frequenza di spazi gioco, nidi familiari o sezioni primavera, potranno ora ottenere quanto non percepito, purché le strutture frequentate fossero autorizzate. L’INPS sarà incaricato di riesaminare queste pratiche e riconoscere i rimborsi dovuti. Questo intervento legislativo rappresenta un progresso verso un sistema più equo, che considera le diverse scelte educative e le peculiarità territoriali, alleviando il peso economico sulle famiglie e valorizzando la pluralità di modelli educativi presenti in Italia.
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ultimo aggiornamento: 13 Agosto 2025 8:35