Il futuro dell’auto elettrica in Europa: strategie, sfide e il ritardo dell’Italia rispetto agli obiettivi europei.
Nel contesto dell’evoluzione del settore automotive, l’Unione Europea, guidata da Ursula von der Leyen, riafferma il suo impegno per un futuro elettrico. La presidente della Commissione Europea ha sottolineato l’importanza di auto progettate e prodotte in Europa, riducendo la dipendenza da paesi esterni. Questo approccio mira a rafforzare le filiere continentali. La Commissione Europea ha presentato la Small Affordable Cars Initiative per promuovere veicoli elettrici leggeri, efficienti e accessibili. In questo scenario, l’Italia si distingue come fanalino di coda, con un ritardo significativo nelle immatricolazioni di auto elettriche e nello sviluppo delle infrastrutture di ricarica.

La strategia europea per un’auto elettrica ecologica, economica e costruita in Europa
La strategia della Commissione Europea per l’automotive si concentra su tre pilastri: ecologica, economica ed europea. Ursula von der Leyen ha dichiarato che “qualunque cosa accada, il futuro è elettrico e l’Europa ne farà parte”. Questo messaggio si oppone a chi suggerisce rallentamenti nei piani ambientali. La nuova iniziativa punta a facilitare la produzione di auto elettriche leggere e accessibili. Tuttavia, il dibattito tra incentivi e facilitazioni rimane aperto. Jean-Philippe Imparato di Stellantis Europa sostiene che servono “facilitazioni strutturali, non incentivi a pioggia”. Un tema che sarà approfondito nel Dialogo Strategico Ue sull’auto.
La crisi del settore automotive e l’impatto occupazionale in Europa
Nonostante gli sforzi per promuovere l’auto elettrica, il settore automotive europeo ha subito pesanti perdite occupazionali. Nei primi sei mesi del 2024, si sono verificati oltre 80.000 licenziamenti, il dato peggiore dal 2008. Solo in Germania, 50.000 persone hanno perso il lavoro. Questi dati sollevano dubbi sull’efficacia del Green Deal per l’industria automobilistica. Diverse aziende hanno chiesto alla Commissione di non rivedere gli obiettivi sullo stop ai motori termici, temendo di compromettere la fiducia degli investitori e favorire la concorrenza globale. Tuttavia, la revisione della strategia 2035 è in corso, con attenzione alla neutralità tecnologica.
Il ritardo dell’Italia nella transizione verso l’auto elettrica
In Italia, la transizione all’auto elettrica appare complessa. Nel 2024, le immatricolazioni di auto elettriche hanno raggiunto solo il 4,2% del totale, un dato inferiore alla media europea. Anche le plug-in hybrid mostrano una bassa diffusione con il 3,4%. L’Italia è superata da paesi come Spagna, Regno Unito, Francia e Germania. Le difficoltà non derivano solo dal reddito medio, ma anche da una rete di ricarica inadeguata e incentivi mal strutturati. Sebbene ci siano 54.000 punti di ricarica, solo 11 colonnine per 100 km sono operative, ben al di sotto della media europea. Inoltre, i bandi per le colonnine del PNRR sono andati deserti, forzando il governo a dirottare i fondi sugli incentivi per l’acquisto, ma limitandoli a una minoranza di residenti. La situazione italiana riflette le sfide più ampie che l’Europa deve affrontare nel suo percorso verso la mobilità elettrica.
Riproduzione riservata © 2025 - LEO
ultimo aggiornamento: 11 Settembre 2025 17:23