Cambiamenti in vista per il congedo parentale: il consiglio dei ministri ha deciso di aumentare i giorni e l’età dei figli.
Il consiglio dei ministri ha deciso di apportare dei cambiamenti al congedo parentale, anche per quel che concerne i genitori singoli. In primis, aumentano i giorni a disposizione e l’età dei figli. Vediamo come si struttura la nuova tipologia di congedo di paternità e se va davvero incontro alle famiglie.
Congedo parentale: quali cambiamenti in vista?
Cambiamenti in vista per il congedo parentale. Il consiglio dei ministri ha deciso di aumentare l’età dei figli, da 6 a 12 anni e di passare da cinque a dieci giorni il congedo. La speranza è quella di aiutare le famiglie che hanno minori a carico, facendo rientrare nei decreti anche i papà o le mamme singoli, ovvero coloro che non possono contare sull’aiuto del partner.
“Questi due provvedimenti estendono i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e introducono misure per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro“, ha dichiarato Andrea Orlando, Ministro del Lavoro. Inoltre, i mesi di congedo parentale coperti da indennità passano da sei a nove: un traguardo importante per tutti i lavoratori italiani.
“Il livello della relativa indennità è del 30% della retribuzione, nella misura di tre mesi intrasferibili per ciascun genitore, per un periodo totale complessivo pari a sei mesi. Ad esso si aggiunge un ulteriore periodo di tre mesi, trasferibile tra i genitori e fruibile in alternativa tra loro, cui è connessa un’indennità pari al 30% della retribuzione. Pertanto, fermi restando i limiti massimi di congedo parentale fruibili dai genitori, i mesi di congedo parentale coperto da indennità sono aumentati da sei a nove in totale“, ha spiegato Andrea Orlando.
Il congedo parentale va davvero incontro alle famiglie?
Visti i cambiamenti in vista, possiamo davvero affermare che il ‘nuovo’ congedo parentale va incontro alle famiglie? Purtroppo no. L’Italia, rispetto a tanti altri Paesi europei, è ancora lontana da un vero e concreto sostegno. In Svezia, ad esempio, il congedo di paternità arriva a 480 giorni da dividere tra i due genitori, mentre in Germania il numero sale a 1095.