La Commissione Europea ha dato il via libera: la Croazia sarà il 20esimo Paese che adotterà la moneta unica.
La decisione finale dell’Ecofin (Consiglio Economia e Finanza) arriverà il 12 luglio ma da Bruxelles è già arrivato il parere positivo. Dal 2023 la Croazia adotterà l’euro perché soddisfa i 4 criteri del Trattato di Maastricht. Ovvero: stabilità dei prezzi, sostenibilità delle finanze pubbliche, stabilità del tasso di cambio e tassi d’interesse a lungo termine. Inoltre la legislazione della Croazia appare in linea con i requisiti del Trattato e dello Statuto del Sistema europeo della Bce (Banca Centrale Europea).
Il parere della Commissione europea
Quello che accadrà il 12 luglio sarà l’ultimo step per la Croazia dopo le discussioni all’Eurogruppo e al Consiglio europeo e dopo i pareri della Bce e del Parlamento europeo. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, si è espressa a favore dell’adozione e anzi ha detto che in questo modo l’euro diventerà più forte. In particolare la von der Leyen ha definito “un passo significativo” quello della Croazia che porterà vantaggi ai cittadini, alle aziende e a tutta la società. Dal primo gennaio 2023, data in cui entrerà in vigore la moneta unica in Croazia, secondo la presidente l’economia croata si rafforzerà. Proprio l’economia croata è stata definita “ben integrata” dalla Commissione.
Paolo Gentiloni, Commissario Ue per l’Economia, ha invece parlato di un “passo storico”. Inoltre, riferendosi ai cittadini croati, ha espresso positività nella loro unione a 340 milioni di cittadini che usano già la moneta unica. Questo passo arriva in un anno importante, che è quello del ventennale dalla nascita fisica dell’euro e dunque dalla sua circolazione. La Croazia, a tal proposito, sarà proprio il ventesimo Paese ad adottare la moneta unica.
I parametri rispettati dalla Croazia
Andando nel dettaglio dei quattro parametri rispettati la Croazia adotterà l’euro con grande sicurezza. Per quanto riguarda il primo parametro, cioè la stabilità dei prezzi, per lo Stato ha rappresentato una grande sfida. Nell’ultimo decennio l’andamento dell’inflazione del Paese è stato allineato con quello della zona euro. Anche il parametro sulla sostenibilità delle finanze pubbliche è risultato più che positivo con un disavanzo del Pil sceso al 2,9% nel 2021. Il terzo parametro sui tassi di cambio, invece, ha mostrato la kuna oscillare in un range inferiore a +/- 1% rispetto al tasso centrale dell’euro. Infine il tasso d’interesse medio a lungo termine ad aprile ha segnato lo 0,8%, dunque ampiamente al di sotto del valore di riferimento del 2,6%.
Adesso per la Croazia ci sono le ultime sfide: ambiente imprenditoriale, qualità normativa e corruzione. Aspetti sui quali si nota già un grande impegno. Infine occorrerà porre l’attenzione sul basso tasso di occupazione e di attività, sui divari di competenze, sull’ambiente imprenditoriale gravoso e complesso e sulla qualità dell’istruzione.