A chi andranno i 400 euro in più all’anno in busta paga? Quali novità per i pensionati? Ecco i nodi della manovra finanziaria 2022.
La manovra finanziaria 2022 del governo di Mario Draghi, con la mossa del taglio dell’Irpef e dell’abolizione dell’Irap, punta ad abbassare le tasse. Ma non tutti sono d’accordo sui punti cardine della legge di bilancio, a partire dai sindacati, che considerano la riforma insoddisfacente per chi ha stipendi più bassi. Una delle ipotesi al vaglio dei tecnici dell’esecutivo, e tra le più discusse, è una riduzione degli scaglioni da 5 a 4 con la cancellazione del prelievo al 41%. L’aliquota del 27% sarà tagliata di 2 punti e quella del 38% di 3 punti.
Irpef 2022: scaglioni diventano 4
Gli aumenti in busta paga con questa riforma dell’Irpef faranno guadagnare di più le fasce di reddito tra i 35mila e i 50mila euro. I vantaggi sarebbero quindi per il ceto medio e non per i meno abbienti, “quelli che più di chiunque altro hanno pagato la crisi della pandemia”, ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini.
Oggi gli scaglioni dell’Irpef si misurano su queste cinque fasce:
- Il 23% fino a 15.000 euro;
- il 27% oltre 15.000 e fino a 28.000 euro;
- il 38% fino a 55.000 euro;
- il 41% fino a 75.000 euro;
- il 43% oltre questo livello.
Con il nuovo disegno di legge del governo, le fasce diventerebbero quattro, divise così:
- Il 23% fino a 15.000 euro;
- il 25% oltre 15.000 e fino a 28.000 euro;
- il 35% fino a 50.000 euro;
- il 43% oltre i 50mila euro.
Chi dichiara 15mila euro lordi all’anno dovrà pagare il 23%, risparmiando 62 euro. Ma il picco di sconto è soprattutto per chi dichiara oltre i 50mila euro annui, con un risparmio di 810 euro. Lo sconto è di 270 euro per chi dichiara 80mila euro all’anno.
Lo scenario cambierebbe se nella riforma venisse inserito lo sconto sui contributi per i redditi bassi. Il ministro dell’Economia Daniele Franco avrebbe intenzione di stanziare 1,5 miliardi per favorire la decontribuzione delle fasce di reddito sotto i 35mila euro. L’ipotesi è di un intervento “una tantum”, valido soltanto per il 2022.
Stando alle prime simulazioni fornite dal Sole 24 Ore, se lo sconto sui contributi dovesse entrare in vigore favorirebbe un risparmio di 13 euro mensili per chi ha un imponibile di 25mila euro e di 16 euro netti sui redditi da 35mila euro. Ma le novità non finiscono qui.
No Tax area 2022: che succede ai pensionati
Secondo la Cisl, il governo starebbe pensando ad un meccanismo di décalage per i redditi penalizzati dalla riformulazione dell’Irpef. Con questa opzione, fino a 30-35mila euro il beneficio fiscale complessivo della riforma si attesta intorno ai 300 e i 400 euro netti all’anno per tutte le fasce di reddito.
La maggioranza compatta che sostiene il governo Draghi vuole inoltre portare la no tax area dei pensionati fino a 8.500 euro. Questa mossa garantirebbe un risparmio sull’assegno previdenziale. La soglia per i lavoratori dipendenti resterebbe fissata a 8.174. Le nuove misure dovrebbero entrare in vigore nei primi mesi del 2022. I lavoratori dipendenti dovrebbero vederne gli effetti sulle buste paga a marzo.