Presentato da Ursula von der Leyen il progetto RePowerEu per sganciare i Paesi dell’Unione dalla Russia: 300 miliardi di euro di finanziamenti e obbligo di pannelli solari su tutti gli edifici entro il 2029.
L’obiettivo annunciato da tempo dall’Unione Europea è fornire a cittadini e imprese soluzioni energetiche innovative per smarcarsi dalle forniture russe e aumentare l’autonomia energetica. Per soddisfare questo scopo arriva RePowerEu, il piano presentato dalla Commissione per “ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia il più rapidamente possibile” con il taglio immediato del 5% della domanda di gas e petrolio. Ma come funziona questo ambizioso progetto e quali risorse sono state mobilitate da Bruxelles per raggiungere una reale autarchia?
RePower Eu, cos’è e come funziona il piano
RePowerEu si propone di sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli. Il primo, sul fronte dell’offerta, è diversificare le importazioni di energia. Il secondo è accelerare la transizione verso l’energia pulita. Il terzo, dal lato della domanda, è il risparmio energetico. La volontà del gruppo dirigente europeo è sostituire il gas russo con altre fonti di energia per velocizzare il programma Fit for 55, meglio noto come Green Deal.
Ursula von der Leyen annuncia che il piano mobilita quasi 300 miliardi di euro. Circa 72 euro miliardi saranno di sovvenzioni e gli altri 225 miliardi di prestiti. I soldi arriveranno dalle risorse non utilizzate del Next Generation Eu, dei fondi di coesione e della Politica agricola comune. La presidente della Commissione Europea spiega che questo proposito è “ambizioso ma realistico”, nonostante le asimmetrie e l’instabilità del mercato energetico europeo.
La Commissione ha già al vaglio alcune proposte per implementare RePowerEu. Tra queste c’è l’obbligo di pannelli solari per tutti gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Aumenterà dal 40 al 45% l’obiettivo che l’Unione si è data per le energie rinnovabili entro il 2030.
La Commissione sta anche raddoppiando il target di produzione interna di idrogeno: si punta a produrre, trasportare e importare un totale di 20 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030. Il messaggio all’industria, soprattutto dei Paesi che affacciano sul Baltico, è di aumentare gli investimenti nell’eolico offshore, un settore nel quale a dominare sono le realtà britanniche.
Von der Leyen fa inoltre sapere che i 27 leader di governo dell’Unione hanno deciso di creare una piattaforma per l’acquisto congiunto di gas, GNL e idrogeno. Il piano RePowerEu rappresenta per la presidente della Commissione “una via operativa da seguire, con un meccanismo di appalto congiunto e un comune approccio ai Paesi fornitori”.
RePower Eu, Von der Leyen: acquisti di energia in comune
Con l’acquisto congiunto di energia, Von der Leyen è certa che l’Unione Europea avrà la possibilità di “proteggere le importazioni di cui abbiamo bisogno senza concorrenza tra i nostri Stati membri”.
“Più diventiamo interdipendenti in Europa, più diventiamo indipendenti dalla Russia. L’obiettivo finale è un mercato europeo interconnesso per l’energia pulita. Questo è il fondamento di una vera Unione dell’energia pulita”, scrive la presidente della Commissione presentando RePowerEu sui social.