Nasce la Silvio Berlusconi Editore: una casa editrice che si “batte per la libertà”

Nasce la Silvio Berlusconi Editore: una casa editrice che si “batte per la libertà”

La nuova editrice nasce all’interno del Gruppo Mondadori: la presidente Marina Berlusconi annuncia come prima uscita un saggio di Tony Blair.

Debutta a settembre con un saggio di Tony Blair sull’arte di governare la Silvio Berlusconi Editore, piattaforma partorita all’interno di Mondadori. La nuova realtà editoriale del Gruppo sarà articolata su un numero limitato di uscite ogni anno, declinate in due collane. La prima si chiama Biblioteca e raccoglierà classici e libri importanti da pubblicare o ripubblicare, da tradurre per la prima volta o da ritradurre. Libera, la seconda collana, si concentra su autori contemporanei che si misurano con le questioni aperte dell’attualità.

Silvio Berlusconi Editore per “dare voce alla libertà”

L’intento della Silvio Berlusconi Editore è raccogliere l’eredità del patron della holding Fininvest e concentrarsi sul pensiero liberale e democratico. “La Silvio Berlusconi Editore – spiega la presidente Marina Berlusconi – avrà un obiettivo molto preciso: battersi per il concetto di libertà e dare voce alle sue più varie declinazioni, mantenendosi però distante nel modo più assoluto da qualsiasi forma di militanza politica. E abbiamo deciso di dare a questa nuova casa editrice il nome di mio padre, Silvio Berlusconi, perché sulla libertà ha fondato i suoi progetti, le sue realizzazioni, la sua vita. Senza mai accettare compromessi”.

Tornare a parlare di libertà, oggi, è più importante che mai – aggiunge Berlusconi –. La nostra società, quella occidentale, appare sempre più minacciata: pensiamo alle guerre, al rafforzamento dei regimi autocratici, all’avversione che non pochi fra noi dimostrano verso i valori su cui abbiamo costruito la nostra storia, a cominciare proprio dal bene più prezioso che abbiamo, la libertà. Un bene che oggi vediamo rimesso in discussione”.

Marina Berlusconi

On Leadership. L’arte di governare di Tony Blair arriva nelle librerie il 5 settembre in contemporanea mondiale. L’ex premier britannico ha scritto un manuale per “un’arte del buon governo” che dichiara avrebbe voluto avere a disposizione quando ha iniziato la sua lunga carriera politica, nei primi anni Ottanta. Primo ministro per tre volte – dal 1997 al 2001, dal 2001 al 2005, dal 2005 al 2007 – ricordato soprattutto per la creazione del New Labour e la guerra del Kosovo, Blair ha sintetizzato nel suo saggio le lezioni di leadership che l’hanno portato ai vertici della politica inglese e al successo della “terza via”.

In contemporanea a On Leadership, la Silvio Berlusconi Editore pubblica anche due classici nella collana Biblioteca. Il primo è Lettere inglesi, una serie di saggi scritti da Voltaire basati sul periodo trascorso in Inghilterra tra il 1726 e il 1728. Tradotto per la prima volta dall’inglese, la lingua in cui è stato quasi interamente scritto, il volume racchiude le riflessioni del filosofo su diversi campi – politica, religione, filosofia, arte, scienze ed economia – a partire dal fascino per la monarchia parlamentare del Regno Unito in contrasto con il tirannico modello feudale francese.

Silvio Berlusconi Edizioni, da Tony Blair ai classici

Il secondo classico pubblicato dalla Silvio Berlusconi Editore nella collana Biblioteca è Il passato di un’illusione di François Furet, storico parigino tra i più importanti studiosi della Rivoluzione francese. Il saggio viene ripubblicato dopo la prima edizione Mondadori del 1995. Scomparso nel 1997, Furet è stato un ex militante del PCF che abbandonò il partito comunista francese nel 1956 dopo l’invasione sovietica dell’Ungheria, pur mantenendosi sempre vicino alle posizioni politiche socialiste.

Il passato di un’illusione raccoglie alcune riflessioni risalenti agli anni Novanta, quando il crollo dell’Unione Sovietica fece sì che il liberalismo divenne il motore del sistema economico globale. Etichettato spesso come un revisionista, Furet affrontò in uno dei suoi ultimi saggi “non la storia del comunismo e nemmeno quella dell’URSS in senso stretto, ma la storia dell’illusione del comunismo, finché l’URSS le ha dato vita e consistenza”.