Smart working prorogato: nuove regole, ma solo due categorie vi avranno accesso

Smart working prorogato: nuove regole, ma solo due categorie vi avranno accesso

Lo smart working è stato prorogato fino al 30 giugno 2023: ecco le nuove regole e le categorie che vi potranno accedere.

Entro fine febbraio 2023, in Gazzetta Ufficiale verrà pubblicato il decreto Milleproroghe con cui si annuncia che lo smart working è stato prorogato. La modalità di lavoro agile, però, non sarà destinata a tutte le categorie di lavoratori: vediamo chi ne può usufruire e fino a quando.

Smart working prorogato: le nuove regole

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha annunciato che lo smart working è prorogato fino al 30 giugno 2023. Questa modalità, però, non è destinata a tutti i dipendenti, ma soltanto a quelli definiti fragili e a coloro che hanno figli con meno di 14 anni. In questo ultimo caso, è bene sottolinearlo fin da subito, il lavoro agile è riconosciuto soltanto ai dipendenti del settore privato.

I lavoratori fragili, stando a quanto stabilisce il decreto della Salute del 4 febbraio 2022, sono coloro che lottano con “patologie con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità” e i pazienti con “marcata compromissione della risposta immunitaria“. Pertanto, rientrano in questa categoria quanti hanno subito o sono in attesa di un trapianto, i malati oncologici e chi segue terapie “a base di cellule T esprimenti un Recettore chimerico antigenico (Car-t)“. E ancora, persone con immunodeficienza o insufficienza renale e coloro che hanno tre o più patologie (tra cardiopatia ischemica, fibrillazione arteriale, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica e obesità). Ovviamente, la patologia deve essere documentata dalla relativa certificazione medica.

Smart working prorogato: come funziona?

Sia per i lavoratori fragili che per i genitori con prole under 14, lo smart working non viene applicato al 100% dei giorni, ma gli stessi vengono decisi con il datore/azienda oppure con la contrattazione collettiva. La comunicazione in Gazzetta Ufficiale, con la diffusione del decreto Milleproroghe, verrà pubblicata a fine febbraio 2023.