Svolta epocale sugli stipendi: dal 2026, trasparenza totale sugli importi dei colleghi e nuove regole europee per ridurre il divario salariale.
La nuova direttiva europea 2023/970, che entrerà in vigore a giugno 2026, introduce significative novità nel panorama lavorativo europeo, promuovendo una totale trasparenza sugli stipendi. Le nuove norme permetteranno ai lavoratori di conoscere non solo la propria retribuzione, ma anche quella dei colleghi con mansioni simili, con l’obiettivo di ridurre il divario salariale di genere.
Questi cambiamenti mirano a garantire una maggiore equità e a eliminare le attuali discrepanze, come dimostrato dai dati Eurostat che evidenziano una differenza retributiva tra uomini e donne ancora troppo marcata in molti Paesi dell’Unione Europea.

Trasparenza sugli stipendi per ridurre le disparità di genere
La direttiva europea 2023/970 rappresenta un passo avanti verso una maggiore trasparenza salariale. Dal 2026, i lavoratori avranno il diritto di conoscere non solo la propria retribuzione, ma anche quella dei colleghi che svolgono mansioni simili. Questa misura intende affrontare il divario salariale di genere, che secondo Eurostat è ancora significativo in molti Paesi. Ad esempio, le donne nell’UE guadagnano in media il 12% in meno rispetto agli uomini, con picchi del 19% in Lettonia. In contrasto, il Lussemburgo presenta una retribuzione media femminile superiore a quella maschile, mentre l’Italia si distingue per un gap più contenuto del 2,2%.
Obblighi di trasparenza per i datori di lavoro e divieti di restrizioni sui colloqui salariali
I datori di lavoro dovranno adeguarsi a nuovi standard di trasparenza, informando i candidati sulla fascia retributiva già durante l’annuncio di lavoro o prima del colloquio. Sarà vietato chiedere informazioni sugli stipendi percepiti nelle precedenti esperienze lavorative. Inoltre, le aziende con più di 250 dipendenti dovranno pubblicare annualmente un rapporto sul divario salariale tra i sessi. Le aziende con un organico tra 150 e 249 dipendenti saranno soggette a questo obbligo ogni tre anni, mentre quelle tra 100 e 149 dipendenti inizieranno dal 2031. Se emerge un divario superiore al 5% non giustificato da fattori oggettivi, dovrà essere corretto entro sei mesi.
Tutela dei dipendenti contro le discriminazioni salariali
La direttiva introduce importanti tutele per i dipendenti che denunciano discriminazioni salariali. Saranno previste sanzioni e risarcimenti per chi subisce discriminazioni a livello retributivo. Gli imprenditori avranno l’onere di dimostrare l’assenza di disparità , garantendo così un ambiente di lavoro più equo e giusto. Con queste misure, l’Unione Europea si impegna a promuovere un mercato del lavoro più trasparente e inclusivo, dove il merito prevale su qualsiasi forma di discriminazione. La svolta prevista per il 2026 segna un cambiamento radicale nelle dinamiche lavorative, promuovendo un dialogo aperto e senza restrizioni sugli stipendi.
Riproduzione riservata © 2025 - LEO
ultimo aggiornamento: 14 Luglio 2025 15:08