Per la prima volta dopo 30 anni le vendite dei vinili sorpassano quelle dei CD: la crescita per i dischi è del 121% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Nel mondo dominato dagli mp3 e dagli streaming, la qualità dell’ascolto su 33 giri, il fascino della copertina apribile e del fruscio della puntina in sottofondo sono tornati prepotentemente di moda. Lo dimostrano le vendite dei vinili in Italia che, per la prima volta dopo 30 anni, superano quelle dei CD. D’altronde i dischetti in policarbonato e alluminio sono da tempo in forte declino, mentre il revival del disco è ormai inarrestabile.
Schizzano le vendite dei vinili nel 2021: +121%
Nel primo trimestre del 2021, le vendite dei vinili in 33 e 45 giri sono cresciute del 121% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il settore specifico dei dischi ha generato un ricavo pari a 4,7 milioni, maggiore rispetto a quello dei compact disc, che segna invece un desolante e inarrestabile calo del 6% e si assesta su 4,4 milioni.
I dati sono stati elaborati da Deloitte per FIMI. La Federazione Industria Musicale Italiana proclama senza timori il 2021 come “l’anno del vinile”. Il disco è tornato a superare il CD per la prima volta dal 1991. Il sorpasso è avvenuto in appena 12 mesi. Nel 2020 il CD valeva 24 milioni di euro, già in calo del 35% rispetto all’anno precedente, mentre il vinile si attestava sui 15 milioni, in crescita del 2,5%. Dal 2010 al 2020, lo scatto in avanti del disco è addirittura del 758%.
Lo streaming continua a dominare il mercato occupando l’80% del fatturato italiano. Il vinile si difende e oggi rappresenta l’11% di tutte le vendite di musica nel nostro Paese. La restante fetta del 9% è per i CD e le cassette, le cui vendite sono salite seppure con fatica rispetto a quanto accade nel Regno Unito e negli Stati Uniti.
Il vinile era un formato quasi del tutto scomparso. Adesso rappresenta circa il 10% del mercato e cresce parallelo allo streaming. In termini assoluti va ovviamente considerata la contrazione complessiva delle vendite, calate del 90% rispetto al 1991. Quello del disco rimane un mercato di nicchia per cultori “big spender”, ma la crescita delle vendite è un fenomeno da tenere d’occhio nell’epoca della cosiddetta “dematerializzazione” dell’arte e della cultura.
Salgono i consumi, ma il CD è in netto calo
Il calo drastico delle vendite in CD è dovuto all’attuale condizione della musica sempre più “liquida”. Gli appassionati scelgono il vinile, tutti gli altri lo streaming o il digitale.
In ogni caso, dal punto di visto complessivo, la musica è in crescita nel primo trimestre del 2021. Il mercato italiano fa segnare un incoraggiante +18,8% di vendite. La maggior parte dei ricavi, complice la pandemia, continua ad arrivare dagli abbonamenti alle piattaforme di streaming, saliti del 37%. Una spinta ulteriore al vinile potrebbe arrivare dalle prossime riaperture dei negozi specializzati, chiusi dai decreti anti-Covid a differenza delle librerie.