I buoni pasto sono un benefit aziendale che consente ai dipendenti di acquistare pasti o generi alimentari presso esercizi convenzionati.
Le aziende e i dipendenti possono approfittarne perché, oltre a migliorare la produttività e il benessere dei loro dipendenti, vantano anche diversi benefici fiscali.
Ci sono diverse società che offrono questo tipo di benefit aziendali: ad esempio, i Buoni Pasto Pluxee offrono massima flessibilità per la pausa pranzo e la spesa, potendo essere utilizzati anche online, in oltre 100.000 bar, locali, ristoranti, supermercati ed e-commerce convenzionati.
Come sono tassati i buoni pasto
Negli ultimi anni la tassazione buoni pasto ha subito diverse modifiche legislative che hanno cambiato le carte in tavola.
I buoni pasto si dividono in cartacei ed elettronici ed entrambi hanno soglie esentasse massime giornaliere differenti:
- Buoni pasto cartacei: 4 euro;
- Buoni pasto elettronici: 8 euro.
I buoni pasto godono di una deducibilità al 100% ai fini IRES e IRAP per le aziende, essendo qualificati come spese aziendali.
Ai fini IVA, le aziende possono detrarla solo sui buoni elettronici con un’aliquota agevolata al 4%: i buoni cartacei, indetraibili, sono invece soggetti a un’aliquota del 10%.
Cos’è l’indennità sostitutiva di mensa
Un’alternativa ai buoni pasto è l’indennità sostitutiva di mensa, una somma che viene erogata in busta paga. Questa opzione è considerata parte della retribuzione, quindi soggetta a tassazione. Il buono pasto, quindi, offre al dipendente un maggiore potere d’acquisto, oltre a una grande flessibilità: chi li riceve può consumare pasti e acquistare generi alimentari quando e dove vuole, grazie anche alla possibilità di acquistare online.
Tassazione buoni pasto in busta paga: come funziona
I buoni pasto non soggetti a trattenute fiscali vengono semplicemente riportati nella sezione “Voci variabili del mese”, con il valore unitario o totale assegnato al dipendente. Se il valore del buono supera i limiti previsti, l’importo eccedente viene tassato e le trattenute risultanti sono visibili in busta paga.
Se il valore dei buoni pasto supera la soglia di esenzione, per calcolarne l’imponibilità bisogna effettuare un calcolo specifico. Ad esempio, supponiamo che il valore del buono pasto elettronico sia di 9 € al giorno, quindi con un valore eccedente di 1 € al giorno. Il valore totale dei buoni pasto moltiplicato per 20 giorni è quindi uguale a 180 €. In questo caso, la parte esente è 160 €, mentre la parte tassabile ammonta a 20 € (180 € – 160 €). La parte eccedente di 1 € per buono pasto, ovvero 20 € in totale per 20 giorni, sarà aggiunta al reddito imponibile e sarà soggetta a ritenute fiscali e contributive.
Quali sono i benefici di una corretta gestione dei buoni pasto
I buoni pasto presentano diversi benefici per le aziende, perché migliorano il benessere dei dipendenti, contribuendo a un ambiente di lavoro più sano e produttivo, favorendo la conciliazione vita-lavoro e riducendo il carico fiscale.
Rispetto all’indennità sostitutiva in busta paga, i buoni pasto riducono i costi aziendali grazie alle esenzioni fiscali, alla deducibilità dalla base imponibile e alla detraibilità dell’IVA.
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ultimo aggiornamento: 9 Gennaio 2025 17:28