Vai al contenuto

Assicurazione obbligatoria contro calamità naturali per le imprese dal 2025

Mare in burrasca con onde violente

La nuova direttiva italiana obbliga le imprese a stipulare una polizza contro le calamità naturali, includendo dettagli su chi sarà coinvolto e le implicazioni economiche.

Dal 2025, le imprese italiane dovranno adattarsi a una nuova normativa che richiede la stipula di una polizza obbligatoria contro i danni da calamità naturali. Questa misura, prevista dalla Legge di Bilancio 2024 e dal decreto interministeriale del 14 marzo 2025, mira a proteggere le attività economiche da eventi distruttivi come terremoti, alluvioni e frane. Il provvedimento non solo coinvolge le aziende italiane, ma anche quelle estere con attività stabile in Italia, escludendo però le imprese agricole. Mentre non sono previste sanzioni dirette per chi non si adegua, le aziende rischiano di perdere l’accesso a importanti agevolazioni finanziarie. La normativa solleva anche alcune questioni interpretative che restano da chiarire.

Fulmine che attraversa il cielo durante una tempesta
Scarica elettrica visibile nel corso di un temporale – leonardo.it

Chi è obbligato a stipulare la polizza contro le calamità naturali

L’obbligo di stipulare una polizza contro le calamità naturali riguarda tutte le imprese iscritte al Registro delle imprese, comprese società di produzione, commerciali e istituti finanziari. Questo è previsto dall’articolo 2188 del Codice Civile. Le imprese agricole, definite dall’articolo 2135 del Codice Civile, sono esenti da tale obbligo. I beni da assicurare includono terreni, fabbricati, impianti e macchinari utilizzati per l’attività, come specificato dall’articolo 2424 del Codice Civile. È importante notare che anche beni non di proprietà dell’azienda, come quelli in locazione, devono essere assicurati, a meno che non siano già coperti da un’altra polizza. Esclusi dall’obbligo sono i veicoli registrati al Pubblico Registro Automobilistico e gli immobili abusivi.

Conseguenze per le imprese che non rispettano l’obbligo assicurativo

Le aziende che non si conformano all’obbligo di stipulare la polizza non subiranno sanzioni pecuniarie dirette, ma affronteranno conseguenze significative. Non potranno accedere a contributi pubblici, sovvenzioni o agevolazioni finanziarie, incluse quelle per eventi calamitosi. Questo è particolarmente rilevante per le imprese in settori o aree ad alto rischio. Inoltre, le compagnie assicurative devono includere nei loro prodotti una copertura contro i rischi catastrofali. Le autorità competenti effettueranno controlli, e sebbene l’entità delle sanzioni per il mancato adeguamento non sia stata definita, la conformità è cruciale.

Questioni ancora aperte e finalità della normativa

Nonostante la chiarezza della normativa, esistono ancora questioni interpretative, come l’estensione dell’obbligo per i beni in locazione e la gestione dei casi di doppia copertura. Queste incertezze richiedono ulteriori chiarimenti. Il legislatore ha comunque evidenziato che l’obiettivo principale è rendere il sistema economico più resiliente e promuovere una gestione più prudente dei rischi da calamità naturali. Questo obbligo è un passo verso una maggiore sicurezza economica e un approccio più responsabile nei confronti dei rischi ambientali, proteggendo il tessuto produttivo del Paese da potenziali disastri.

Riproduzione riservata © 2025 - LEO

ultimo aggiornamento: 16 Settembre 2025 10:09

La Sardegna approva la legge sul fine vita e divide i partiti: ecco cosa cambia