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Casa di riposo: se la pensione non basta, ecco a chi tocca pagare la retta

chi paga retta casa riposo se fondi insufficienti

Quando la pensione non è sufficiente a coprire la retta della casa di riposo o della RSA, è logico chiedersi chi dovrebbe, allora, pagare. Di certo si tratta di uno dei temi più delicati legati all’assistenza degli anziani, perché incrocia il diritto con le politiche di welfare.

La risposta, però è meno scontata di quanto si pensi e non si può ridurre tutto a un semplice: “Tanto pagano i figli”. In Italia la retta di una casa di riposo può raggiungere facilmente i 2000 euro mensili, una cifra che raramente trova coperttura integrale nella pensione. E qui entra in gioco un sistema articolato, costruito per fare in modo che il peso economico non ricada in modo indiscriminato sulle famiglie.

La regola generale: prima le risorse dell’anziano

Il primo soggetto chiamato a contribuire al proprio ssotentamento è, naturalmente, l’anziano stesso. La pensione è la base di partenza, insieme a eventuali altri redditi o risparmi personali. Solo quando queste risorse risultano insufficienti si passa ai livelli successivi di intervento.

Non esiste un automatismo che faccia scattare immediatamente l’obbligo per i familiari. La retta della casa di riposo non può essere scaricata sui parenti senza una valutazione economica approfondita.

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Tutte le possibili soluzioni – leonardo.it

Il Codice Civile prevede l’obbligo di prestare “alimenti” ai familiari in stato di bisogno, seguendo un preciso ordine di parentela. Questo non si significa che si deve pagare l’intera retta dela casa di riposo. L’obbligo scatta solo ed esclusivamente se il familiare dispone dei mezzi economici adeguati, e viene quindi sempre commisurato alle sue reali possibilità.

Quindi nessun figlio può essere costretto a sostenere costi che mettono a rischio il proprio equlibrio economico. Vengono valutati redditi, spese, carichi familiari e anche il numero dei parenti coinvolti.

Cosa succede se i familiari non sono in grado di contribuire

Se la pensione non basta e i familiari non sono in grado di contribuire, entra in campo il Comune di residernza dell’anziano. Attraverso i servizi sociali è possibile ottenere un’integrazione della retta previa valutazione dell’ISEE sociosanitario, che considera redditi e patrimonio dell’ospite.

Il Comune può coprire una parte della retta, ridurre drasticamente la quota a carico dell’anziano o in caso di grave disagio economico farsi carico quasi totalmente dei costi. Si tratta di uno strumento chiaramente essenziale del sistema di protezione sociale, pensato per garantire sicurezza anche a chi non ha i mezzi necessari o non ha una famiglia su cui contare.

La retta non è un blocco unico. La quota sanitaria (che comprende cure mediche, infermieristiche e riabilitative) può essere coperta in tutto o in parte dal Servizio Sanitario Nazionale soprattutto nelle strutture convenzionate e per gli anziani non autosufficienti. La quota alberghiera, invece, resta generalmente a carico dell’ospite, salvo interventi pubblici.

Quando le risorse non bastano si può ricorrere al patrimonio dell’anziano, quindi si possono affittare o vendere immobili, usare i risparmi, puntare sulle formule long time care (che, se attivati per tempo, possono garantire una rendita in caso di non autosufficenza) o anche valutare formule come la nuda proprietà.

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ultimo aggiornamento: 17 Dicembre 2025 13:39

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