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Uno studio italiano ha messo a punto un test salivare per la diagnosi precoce dei tumori orofaringei

La ricerca, nata all’interno dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano, dimostra che con un semplice esame della saliva si possono diagnosticare in anticipo lesioni tumorali e carcinomi.

Un semplice test salivare può fornire una fondamentale diagnosi precoce per i tumori orofaringei. È la conclusione a cui è arrivato uno studio dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano, realizzato con il sostegno della Fondazione Airc. Pubblicata sul Journal of Medical Virology, la ricerca dimostra che è possibile diagnosticare in anticipo i tumori orofaringei con un campione di saliva.

Arriva il test salivare per la diagnosi precoce dei tumori orofaringei

Il test, sviluppato dall’Alleanza contro il cancro (Acc) e dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione, ha richiesto un periodo di ricerca accademica e clinica medica durato dieci anni. La sua portata è rivoluzionaria perché il test è economico e attendibile, altamente sensibile e specifico, non invasivo e facile da eseguire.

Non prevede aghi o tamponi: basta effettuare un tampone o un più immediato gargarismo e si ottiene il risultato. Inoltre ha un ridotto margine di errore nella raccolta del campione. Il virus Hpv (virus del papilloma umano) è di diversi tipi che sono responsabili di numerose forme di cancro, da quello all’orofaringe al tumore del collo dell’utero.

Un medico in laboratorio scrive uno studio clinico
Tumori orofaringei da Hpv: arriva il primo test per la diagnosi precoce

L’incidenza dell’Hpv nella parte posteriore della gola, nelle tonsille e alla base della lingua è in forte aumento nella popolazione maschile giovane. “Occorre che il test sia validato in studi più ampi – fa sapere Mohssen Ansarin, direttore del programma Ieo cervico-facciale –: se supererà ulteriori prove potrà essere utilizzato sia per la diagnosi di sospetto carcinoma orofaringeo, sia durante il follow-up dei pazienti con malattia già trattata, per cogliere in anticipo un’eventuale ripresa di malattia”.

In entrambi i casi il vantaggio clinico per i pazienti può essere significativo – aggiunge Ansarin –: se la diagnosi è precoce, i tassi di guarigione sono infatti elevati e i trattamenti possono essere più efficaci, meno invasivi e meno tossici”. In aggiunta, il test salivare potrà essere usato come screening nelle persone in salute ma a rischio.

Come ha funzionato lo studio in Ieo

Abbiamo analizzato i campioni ematici e salivari (prelevati sia con tampone faringeo che con gargarismo) di 132 pazienti con tumore dell’orofaringe, ricercando il Dna del virus – spiega Susanna Chiocca, direttrice dell’unità Viruses and Cancer Ieo e autrice di riferimento dello studio –. Abbiamo scoperto che i campioni salivari ottenuti con gargarismo da pazienti con tumori orofaringei permettono un tasso di rilevamento altissimo per l’Hpv-16, il ceppo virale più diffuso e pericoloso, indipendentemente dallo stadio del tumore, quindi anche negli stadi più precoci”.

Ora il risultato andrà validato con studi su un numero maggiore di pazienti. In Italia i carcinomi orofaringei sono molto diffusi, in particolare tra gli uomini: soltanto in Ieo a Milano si contano tra i 150 e i 180 pazienti all’anno, di cui almeno l’80% dei casi è riconducibile a infezione da Hpv. Oltre alle cure, sono importanti la prevenzione e i comportamenti responsabili: l’Hpv, infatti, può essere trasmesso anche dopo un solo incontro sessuale, un rischio che aumenta in rapporto al numero di partner.

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ultimo aggiornamento: 27 Marzo 2025 12:08

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