Sono state svelate in due eventi simultanei le torce delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali: l’alluminio e l’ottone sono riciclati, il design è di Carlo Ratti.
Un esempio perfetto di design italiano minimale e sostenibile: sono le torce di Milano Cortina 2026, presentate in due eventi simultanei che si sono svolti alla Triennale di Milano e all’Expo 2025 di Osaka, in Giappone. La torcia si chiama Essential e a portarla per prime sono state quattro tedofore d’eccezione, simbolo di Olimpiadi e Paralimpiadi invernali: Stefania Belmondo e Bebe Vio, Martina Caironi e Carolina Kostner.
Come sono le torce di Milano Cortina 2026
La torcia Olimpica è sui toni del blu e del verde, quella Paralimpica ha una finitura riflettente in bronzo. Entrambe sono leggere (pesano appena 1,7 kg) ma resistenti, ma soprattutto i suoi materiali, l’alluminio e l’ottone, sono completamente riciclati. Non solo: per la prima volta nella storia, il bruciatore realizzato dal gruppo Cavagna consuma biogas prodotto utilizzando semplicemente oli di frittura esausti, grassi animali e scarti della filiera alimentare che non vengono più riutilizzati.
La produzione del bio-Gpl è avvenuta nella bioraffineria di Gela. L’impugnatura integra un inserto in Xl Extralight, un materiale polimerico ultraleggero prodotto da Finproject e derivato da un polimero di Versalis (la società del gruppo Eni impegnata nella petrolchimica e nella chimica da fonti rinnovabili, official supporter dei Giochi) ottenuto con il 60% di bio-nafta proveniente da materie prime rinnovabili.

Il designo delle torce di Milano Cortina 2026 è stato affidato da Eni e Versalis all’architetto e ingegnere torinese Carlo Ratti, uno dei designer più influenti al mondo, docente al Massachusetts Institute of Technology di Boston e direttore del Mit Senseable City Lab. Il suo lavoro ha voluto esaltare “il cuore della torcia, riducendo al minimo tutto quello che c’è attorno, ciò che potrebbe essere superfluo, e lasciare proprio la fiamma al centro”.
Ratti si è lasciato ispirare dal design essenziale delle torce realizzate per i Giochi estivi e invernali giapponesi degli anni Sessanta e Settanta: Tokyo 1964 e Sapporo 1972. In questo modo, concentrandosi sull’essenza del design, la fiamma diventa la protagonista assoluta. “La sfida è stata quella di mettere la fiamma al centro e il resto di ridurlo all’essenziale”, ha dichiarato l’architetto.
Le torce olimpiche 2026 modello di design italiano
“Abbiamo scelto di collaborare con Carlo Ratti, l’eccellenza del design italiano, e con Cavagna Group per quanto riguarda l’ingegneria, la produzione e i diversi componenti”, ha spiegato Adriano Alfani, l’amministratore delegato di Versalis. Il risultato è una torcia 100% Made in Italy che “rappresenta un equilibrio perfetto tra tecnologia innovazione e un’altra parola che abbiamo voluto portare come concetto concreto che è la sostenibilità”.
Alfani è convinto che lo sport debba essere anche comunicatore di tecnologia. Per questo motivo la torcia “è fatta in modo tale da poter essere riutilizzata e ricaricata fino a dieci volte per cui ne produrremo solo 1.500 esemplari per tutto il viaggio”. “Una torcia non è solo un oggetto. È un simbolo. È un’icona. È il cuore dei Giochi.”, sottolinea il comitato organizzatore presentando le torce sui social.
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ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2025 11:41