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Lavoro minorile: dalle Convenzioni alle adozioni adistanza, tutte le risorse per fermare lo sfruttamento

actionaid stop lavoro minorile

Negli ultimi decenni, la comunità internazionale ha rivolto un impegno crescente per contrastare il fenomeno del lavoro minorile e garantire ai bambini di tutto il mondo il diritto a un’infanzia tutelata.

Con la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza delle Nazioni Unite, nel 1989, gli Stati hanno infatti riconosciuto formalmente l’obbligo di proteggere i minori da ogni forma di sfruttamento economico o attività che possa compromettere la loro salute, l’educazione o lo sviluppo.

A questa si è aggiunta, nel 1999, la Convenzione n. 182 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), approvata nel 1999, che richiede ai Paesi aderenti di eliminare con urgenza le peggiori forme di lavoro minorile, come il lavoro forzato, la tratta, la schiavitù e l’impiego in attività pericolose.

Nonostante i progressi registrati sulla carta, lo sfruttamento minorile resta ancora oggi un fenomeno largamente diffuso. Attualmente, infatti, nel mondo più di 138 milioni di bambini – quasi uno su dieci nella fascia tra i 5 e i 17 anni – sono coinvolti in attività lavorative, in settori che spaziano dall’agricoltura alla manifattura, passando per l’estrazione mineraria e la raccolta di rifiuti nelle discariche.

La causa principale del lavoro minorile: la povertà estrema

Tra le cause che continuano ad alimentare il fenomeno dello sfruttamento minorile, la principale è senza dubbio la povertà estrema. Si tratta della soglia minima che consente di coprire i bisogni primari, al di sotto della quale non è possibile assicurarsi una vita dignitosa.

Attualmente, la Banca Mondiale ha fissato questa soglia a 3 dollari al giorno: a trovarsi in tale condizione sono complessivamente 831 milioni di persone, di cui oltre 400 milioni sono bambini fino ai 17 anni di età. La concentrazione maggiore si registra nell’Africa Subsahariana, in cui i minori a vivere in povertà estrema arrivano a essere i tre quarti del totale. Seguono l’Asia e il Pacifico, l’America Latina e i Caraibi.

In queste zone, talvolta segnate anche da conflitti bellici, i bambini si trovano quindi costretti a lavorare, dato che il loro contributo risulta indispensabile per il sostentamento delle famiglie.

I principali effetti del lavoro minorile sui bambini

Il lavoro minorile produce conseguenze profonde e durature sullo sviluppo dei bambini, innanzitutto dal punto di vista fisico.

L’impegno in attività spesso faticose o pericolose espone infatti i minori al rischio di infortuni, inoltre le lunghe giornate di lavoro, la mancanza di riposo e l’assenza di cure adeguate determinano un progressivo indebolimento dell’organismo e aumentano la vulnerabilità a patologie croniche.

actionaid contro lavoro minorile
Stop allo sfruttamento minorile (foto: Actionaid.it) – Leonardo.it

A queste si sommano gli effetti derivanti da ambienti insalubri e da esposizioni prolungate a sostanze nocive, come pesticidi, polveri o fumi industriali, che possono compromettere lo sviluppo muscolare, respiratorio e scheletrico, con danni talvolta irreversibili.

Sul piano emotivo, invece, la costante esposizione alla fatica e alla violenza priva i bambini della possibilità di vivere con serenità le fasi fondamentali della crescita. In molti casi, emergono disturbi d’ansia, depressione e perdita di autostima: condizioni che possono lasciare tracce permanenti nella formazione della personalità adulta.

L’impatto del lavoro minorile è evidente anche sul piano dell’istruzione, dato che in molti casi lo sfruttamento comporta l’abbandono scolastico che, a sua volta, compromette le prospettive future dei bambini. Senza istruzione, infatti, le opportunità professionali in età adulta si riducono a lavori precari, faticosi e mal retribuiti.

A questo si aggiunge l’isolamento sociale: i bambini che lavorano restano esclusi dalle relazioni con i coetanei e dalla vita comunitaria, perdendo l’opportunità di crescere in un contesto di confronto, gioco e scambio.

L’impegno delle organizzazioni internazionali indipendenti contro il
lavoro minorile

Nei contesti in cui le istituzioni non sono in grado di evitare che si perpetri lo sfruttamento dei minori, a svolgere un ruolo fondamentale sono innanzitutto le organizzazioni internazionali indipendenti.

Tra queste merita una menzione ActionAid, impegnata da oltre 35 anni nella tutela dei diritti dei bambini. Per contrastare il lavoro minorile, l’organizzazione realizza una serie di progetti che possono essere sostenuti attraverso diverse modalità, tra cui quella continuativa dell’adozione a distanza.

In questo modo, ActionAid può fornire sostegno economico alle famiglie più bisognose, in affinché non siano costrette a far lavorare i figli, e promuovere corsi di agroecologia e di avviamento professionale, che permettono di ottenere una fonte di reddito più sicura.

Parallelamente, l’impegno di ActionAid contro il lavoro minorile si manifesta nell’organizzazione campagne di sensibilizzazione sul tema dei diritti dei bambini e nell’offrire supporto legale e psicologico a tutti coloro che sono stati costretti a lavorare fin dalla tenera età.

L’organizzazione, inoltre, garantisce un pasto sano ogni giorno e l’accesso all’acqua potabile nelle scuole, incentivando la frequenza e migliorando le condizioni di apprendimento, mentre collabora con le autorità locali per identificare i datori di lavoro che impiegano manodopera minorile, contribuendo a impedirne la diffusione.

Grazie ai programmi di adozione a distanza di ActionAid, molti bambini hanno potuto smettere di lavorare e tornare sui banchi di scuola, come nel caso di Purity, una bambina del distretto di Mombasa, in Kenya, che per anni era stata costretta a occuparsi della raccolta dei rifiuti in discarica per contribuire al sostentamento della famiglia. Con il supporto continuativo di ActionAid, Purity ha potuto iniziare a frequentare la scuola e adesso può coltivare il sogno di diventare, in futuro, una dottoressa.

L’Alleanza 8.7 contro lo sfruttamento minorile

Un ruolo di primo piano contro il lavoro minorile è anche quello svolto dall’Alleanza 8.7, la piattaforma promossa dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per accelerare il raggiungimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 8.7 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Questo obiettivo impegna i Paesi membri a porre fine al lavoro forzato, alla tratta di esseri umani e al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025, promuovendo al tempo stesso condizioni di lavoro dignitose e sostenibili per tutti.

L’Alleanza 8.7 riunisce governi, organizzazioni internazionali, società civile e imprese in un’unica rete di cooperazione, favorendo la condivisione di dati, pratiche e strumenti di monitoraggio per rendere più efficaci le azioni di prevenzione e tutela.

I Paesi aderenti possono contare su un sistema di supporto tecnico per elaborare politiche nazionali più inclusive, rafforzare i sistemi di protezione sociale e promuovere opportunità di lavoro sicuro e stabile per gli adulti, così da ridurre la dipendenza economica dal lavoro minorile. L’obiettivo è creare un modello di cooperazione globale coerente e verificabile, in cui gli interventi locali e quelli internazionali convergano in una strategia comune capace di affrontare le cause dello sfruttamento.

Più opportunità per tutti

Sottrarre i bambini dallo sfruttamento significa contribuire a tutelare il loro diritto all’infanzia, creando le condizioni perché possano attraversare pienamente tutte le tappe del proprio sviluppo.

In questo modo, sarà possibile per loro esplorare il mondo attraverso il gioco, la curiosità e la relazione con gli altri. Significherà anche avere il tempo e lo spazio per sbagliare, per imparare, per costruire fiducia in sé stessi e negli adulti. È in questo contesto che si formano le basi della personalità, della capacità di apprendere, della partecipazione futura alla vita sociale.

Tutelare il diritto all’infanzia è dunque il primo passo per costruire una società globale più equa, in cui le opportunità siano sempre più numerose e accessibili a tutti.

Riproduzione riservata © 2025 - LEO

ultimo aggiornamento: 16 Dicembre 2025 12:27

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