Questa novità, che annulla l’attuale normativa prevista dal DPR 74 del 2013, è stata analizzata dall’Unione Artigiani delle province di Milano e Monza Brianza, la quale ha espresso forti perplessità riguardo alle conseguenze per la sicurezza e l’ambiente.
Secondo il testo preliminare del decreto, l’obbligo di effettuare verifiche periodiche in loco sulle caldaie verrebbe sostituito da controlli documentali a distanza. L’articolo 8, comma 3, stabilisce infatti che le ispezioni di efficienza energetica saranno effettuate ogni quattro anni, lasciando la possibilità alle singole regioni italiane di imporre ulteriori verifiche se lo riterranno necessario.
La decisione di abolire le ispezioni annuali rischia di esporre le famiglie italiane a un maggior pericolo, soprattutto considerando che la maggior parte delle caldaie in uso ha un’età superiore ai 15 anni e necessita di controlli regolari per garantire la sicurezza e l’efficienza. Il timore principale è che, con verifiche meno frequenti e basate su dati non sempre aggiornati o completi, si possa assistere a un aumento degli incidenti domestici, dovuti a malfunzionamenti o dispersioni di gas.
Critiche e preoccupazioni degli artigiani
L’Unione Artigiani ha sollevato dubbi sulla reale efficacia dei controlli a distanza, sottolineando l’assenza in Italia di un sistema informativo integrato e completo in grado di incrociare dati relativi ai contratti di fornitura del gas, alle anagrafiche degli utenti e alle condizioni di abitabilità degli immobili. Senza una piattaforma digitale efficiente, il rischio è che molte caldaie vengano “dimenticate” o non monitorate adeguatamente.
Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani, ha commentato: «È evidente che questi controlli comportano un onere per le famiglie e l’impressione è che si voglia alleggerire questo peso. Però lo si fa a scapito della sicurezza e dell’ambiente. Sarebbe come togliere il controllo periodico sulle automobili perché costa, con il rischio di avere più incidenti e più inquinamento».
La posizione degli artigiani evidenzia come la riduzione dei controlli possa tradursi in un aumento dei pericoli per la salute pubblica e in un maggiore impatto ambientale, aggravando il problema delle emissioni inquinanti e del consumo inefficiente di energia domestica.

Questa decisione arriva in un momento delicato per la transizione energetica italiana. Solo pochi anni fa, l’Unione Europea aveva imposto il divieto di installazione di nuove caldaie tradizionali, misura poi ritirata, che avrebbe spinto verso sistemi più sostenibili e meno inquinanti. L’abolizione del controllo obbligatorio rappresenterebbe quindi un passo indietro in un percorso che mira a ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
Il rischio concreto è che, riducendo la frequenza dei controlli, aumentino i consumi energetici e, di conseguenza, le bollette per le famiglie. L’assenza di verifiche regolari potrebbe inoltre incentivare l’uso di caldaie obsolete e meno efficienti, contribuendo all’aumento delle emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici.
L’obiettivo di ridurre i costi diretti per i cittadini rischia quindi di tradursi in un aumento dei costi indiretti legati alla salute pubblica e alla qualità dell’ambiente. In un contesto in cui la riduzione delle emissioni è fondamentale per il rispetto degli obiettivi climatici europei, questa scelta normativa appare in contraddizione con le politiche ambientali più recenti.
L’attenzione resta alta anche sul fronte delle regioni, che saranno chiamate a decidere autonomamente se imporre controlli più stringenti. Questa frammentazione potrebbe generare disomogeneità nel livello di sicurezza e di efficienza degli impianti in tutto il territorio nazionale, complicando ulteriormente la gestione del settore.
Nel frattempo, le famiglie italiane si trovano a dover fare i conti con una normativa che potrebbe ridurre a breve termine le spese per le verifiche tecniche, ma che pone interrogativi importanti sulla sicurezza domestica e sulla sostenibilità energetica a lungo termine.