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Contratto di espansione per andare in pensione 5 anni prima: ecco a chi è rivolto

Piano pensione

Attraverso il contratto di espansione, i lavoratori potranno andare in pensione con cinque anni di anticipo. Ecco a chi è rivolta la misura.

Andare in pensione cinque anni prima del previsto, grazie al nuovo contratto di espansione e i piani di esodo aziendale previsti per il 2021. La Legge di Bilancio 2021 permette di estendere il suddetto contratto anche alle aziende che hanno un organico composto da 250 unità. Il contratto in questione riguarderà quei dipendenti che concludono consensualmente il proprio rapporto di lavoro entro il 2021 e non oltre. La misura punta all’assunzione di personale giovane, mandando in pensione i lavoratori più anziani.

Contratto di espansione, cos’è e a chi è rivolto

Al fine di supportare le riconversioni e le ristrutturazioni aziendali, interviene il contratto di espansione che, solo per il 2021, permetterà ai lavoratori di andare in pensione con 5 anni di anticipo. Una misura che viene estesa anche alle aziende con meno di 500 dipendenti, ossia 250 unità e che, al momento, è stata utilizzata solo da Eni e Tim.

Il lavoratore potrà quindi andare in pensione cinque anni prima della soglia prevista, impostata a 67 anni o dopo aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età.

Piano pensione

Per le lavoratrici, è previsto un anno in meno. Pertanto, il lavoratore che opta per questa soluzione, percepirà una pensione pari a quella maturata al momento dell’uscita dalla propria azienda di riferimento. L’azienda, inoltre, avrà a carico tale costo, al netto del valore della NASPI che spetta al lavoratore che sceglie di andare in prepensionamento.

Confindustria e i sindacati hanno chiesto di abbassare ulteriormente la soglia dei 250 dipendenti, fino a 50 unità. In tal senso, potrebbero far riferimento 20 mila aziende in più, rispetto alle 4 mila attualmente rientranti nella misura e che fanno leva su più di 250 impiegati.

Ci sono specifici requisiti che sono previsti per accedere al pre-pensionamento: il contratto di espansione, infatti, può essere firmato dai dipendenti con meno di 60 mesi dalla data prevista della pensione, che si tratti di quella anticipata che quella di vecchiaia che prevede la maturazione di almeno 20 anni di contributi. In tal senso, il lavoratore andrà a percepire una pensione che potrà essere cumulata anche con altre mansioni lavorative. Pertanto, allo stato attuale delle cose, il rapporto dovrebbe risolversi entro il 30 novembre 2021.

Il ruolo dell’azienda nel processo di pre-pensionamento

In questo processo, le aziende dovranno sottoscrivere un accordo sindacale in cui devono essere esplicitati diversi punti:

  • Il numero di lavoratori da assumere e la durata del contratto, anche se si tratta di apprendistato;
  • Il numero di lavoratori coinvolti e la riduzione media dell’orario di lavoro;
  • il numero di dipendenti che avranno l’indennità mensile di accompagnamento alla pensione;
  • stima dei costi da sostenere per il benefici, relativo al periodo in cui il lavoratore percepirà la NASPI.

Le assunzioni dovranno essere completate entro la fine del 2021. Le aziende con più di 1.000 dipendenti avranno la possibilità di assumere 1 nuovo dipendente ogni 3 esodati, mentre quelle con meno di mille unità decideranno quanti lavoratori a tempo indeterminato assumere in sede d’accordo.

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ultimo aggiornamento: 29 Aprile 2021 15:16

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