Chi crede che il ruolo del CRIF sia solamente quello di marchiare negativamente il profilo creditizio del cliente di un ente finanziario, dovrebbe soffermarsi a leggere questo articolo.

Con l’acronimo CRIF ci si riferisce alla Centrale Rischi d’Intermediazione Finanziaria, una società privata che gestisce il SIC, il Sistema d’Informazioni Creditizie, altrimenti detto Eurisc. In pratica, questo sistema è una banca dati all’interno della quale si conservano le informazioni sui clienti di banche, agenzie di credito ed enti finanziatori in generale, trasmesse proprio da questi istituti.

La sua funzione, dunque, è quella di delineare un quadro completo sul profilo creditizio della persona che richiede un prestito o lo ha già ottenuto, in termini di affidabilità sia positiva che negativa. In pratica, la società CRIF fa un censimento sulle posizioni debitorie e regolari dei soggetti registrati.

Nel dettaglio, verrà analizzata la funzione del CRIF in rapporto alla richiesta di un prestito con la cessione del quinto.

cessione del quinto

Chiedere un prestito: il ruolo del CRIF

Quando un cliente richiede un prestito, l’ente finanziario che dovrebbe rilasciarlo consulta il SIC durante tutte e tre le fasi del finanziamento: quella istruttoria – nella quale si raccolgono tutte le informazioni in merito alla busta paga del cliente, al tipo di contratto di lavoro, all’eventualità della presenza di un garante – la fase della concessione del prestito e quella del rimborso della cifra erogata.

Queste informazioni creditizie che vengono inviate al SIC delineano il comportamento del cliente nei riguardi del prestito ottenuto in maniera oggettiva. Per questo motivo, i dati raccolti possono essere sia negativi, e cioè quando il debitore è in difetto con la restituzione delle rate per via dei ritardi del pagamento, oppure positivi, nei frequenti casi in cui il cliente sia in regola con le rate.

Nel primo caso, ossia quello di natura negativa, la banca dati, quando verrà consultata dall’istituto di credito, fornirà un profilo creditizio che classifica il cliente come cattivo pagatore. L’obiettivo di queste informazioni fornite dal CRIF è quello di tutelare le banche dal rischio finanziario in cui potrebbero incorrere, dal momento che può dimostrare l’insolvenza del creditore.

Ne consegue che la persona che richiede il finanziamento potrebbe riscontrare delle difficoltà ad ottenere prestiti, anche se la segnalazione al CRIF non è definitiva.

Segnalazione al CRIF: quanto dura?

Il tempo di permanenza dei dati del cliente segnalato al CRIF ha un limite stabilito dal codice deontologico in materia, che dipende dal tipo di ritardo che ha nei confronti delle banche. Allo scadere di quel periodo, avverrà la cancellazione dei dati presenti nel SIC. Queste le tempistiche di cancellazione:

  • finanziamento in corso d’istruttoria: dopo 6 mesi dalla data della richiesta del prestito;
  • finanziamento rifiutato dalla banca o rinunciato dal cliente dopo la concessione: dopo un mese dal rifiuto o dalla rinuncia;
  • finanziamento rimborsato correttamente: dopo 36 mesi dalla data di estinzione del prestito;
  • pagamento ritardato di una o due rate: dopo 12 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, ma solo se durante quel periodo gli altri versamenti sono stati sempre regolari;
  • pagamento ritardato di tre o più rate: dopo 24 mesi dalla comunicazione di regolarizzazione, ma solo se durante quel periodo gli altri versamenti sono stati sempre regolari;
  • finanziamenti non restituiti o con morosità grave: dopo 36 mesi dalla data di estinzione del prestito o dalla data in cui la banca ha inviato l’ultimo aggiornamento dei dati creditizi.

Ma attenzione: ad essere cancellati saranno sia i dati negativi che quelli positivi, e questo secondo caso non è molto conveniente per il cliente: la presenza delle informazioni positive, infatti, è una garanzia solida per essere valutato come buon pagatore e ottenere più facilmente un prestito in futuro.

Per ovviare all’eventualità di essere segnalati al CRIF e rischiare di non ottenere un prestito, si può ricorrere ad una tipologia di finanziamento al quale poter accedere senza rischiare di non pagare le rate con regolarità: la cessione del quinto.

La cessione del quinto: come funziona?

La cessione del quinto sullo stipendio o sulla pensione è una modalità per richiedere e ottenere un prestito in breve tempo, con una garanzia anche per l’istituto finanziario. Questa forma di prestito, infatti, esclude la possibilità che il cliente abbia una cattiva condotta e non rispetti i tempi di pagamento delle rate: la rata, infatti, viene prelevata direttamente dallo stipendio o dalla pensione ancor prima dell’accredito sul conto.

Come dice il nome stesso, la cifra massima che il cliente può ottenere quando si rivolge a questo tipo di prestito non può superare il quinto dello stipendio o della pensione. Collegandosi su https://www.prestitiecessionedelquinto.com, la persona che ha la necessità di richiedere un prestito, calcola su questo sito quale potrebbe essere la somma a cui potrebbe accedere.

Un’altra condizione preliminare per poter ottenere la cessione del quinto dello stipendio è la presenza di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, anche se esiste la possibilità di richiedere la cessione del quinto con un contratto a tempo determinato, a condizione che la restituzione del credito avvenga prima della scadenza del contratto di lavoro. Per la cessione del quinto sulla pensione, invece, la condizione è che il richiedente non abbia più di 79 anni.

Con la cessione del quinto, pertanto, richiedere un prestito è molto più semplice, perché sarà concesso anche se il cliente risulta un cattivo pagatore segnalato al CRIF.

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ultimo aggiornamento: 16-12-2022


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