La digitalizzazione in atto nel mondo delle aziende obbliga le stesse a fare i conti con una serie di strumenti ritenuti ormai indispensabili. Il riferimento è alla Posta Elettronica Certificata (PEC), alla fattura elettronica e alla firma digitale, che rappresentano ormai realtà sempre più presenti nelle attività gestionali, rese tali dagli obblighi collegati al programma nazionale di digitalizzazione in atto.

In questo quadro, proprio la firma digitale assume una particolare rilevanza, ritagliandosi il compito di attestare l’autenticità di un documento in formato elettronico. Andiamo quindi a capire meglio di cosa si tratti e come sia possibile usufruirne.

Cos’è la firma digitale

Per firma digitale si intende lo strumento che viene utilizzato al fine di certificare documenti in formato elettronico. Le funzioni che provvede ad assolvere sono due, in particolare:

  • consentire l’identificazione di colui che ha apposto la sua firma al documento;
  • dare una prova sul fatto che lo stesso, si tratti di fattura, atto societario o altro, sia autentico.

Il motivo per cui la firma digitale è nata, è collegato alla vera e propria rivoluzione innescata dal ricorso alle tecnologie informatiche per quanto riguarda lo scambio di documenti, in particolare quelli che rivestono grande importanza. Ove si tratti di bilanci aziendali, contratti o comunicazioni tra soggetti istituzionali e imprese, sussiste la necessità che tali documenti vengano sottratti a qualsiasi possibilità di contraffazione.

Uno scopo cui proprio la firma digitale è stata adibita, al fine di garantire l’autenticità e l’integrità del materiale su cui viene apposta. In pratica, grazie ad essa è possibile stabilire che dal momento in cui un documento è stato inviato e quello in cui è stato ricevuto dal legittimo destinatario, non si siano verificati interventi di qualsiasi genere, in grado di modificarne il contenuto. Una caratteristica che fa della firma digitale uno strumento legale, al pari della firma autografa.

Firma digitale

Come funziona la firma digitale

Prima di richiederne una, ad esempio la firma digitale Buffetti, occorre cercare di capirne al meglio il funzionamento. Il punto di partenza, in tal senso, è rappresentato dalla procedura tesa a dargli vita, tramite l’utilizzo della crittografia.

Grazie ad essa, infatti, è possibile l’associazione tra un numero binario e un documento, tale da soddisfare i necessari requisiti in tema di:

  • autenticità, tesa a garantire l’assunzione della responsabilità da parte del firmatario di quanto contenuto all’interno del documento;
  • impossibilità di ripudio, in quanto il firmatario è legato dall’apposizione della firma digitale al suo effettivo riconoscimento.

Nel procedimento in questione, ogni titolare si vede assegnate una coppia di chiavi (due numeri binari di almeno 2048 bit), da parte di un certificatore, ovvero un soggetto qualificato per poterlo fare, a livello istituzionale. Nel nostro Paese a ricoprire tale ruolo è l’Agenzia per l’Italia Digitale.
Le due chiavi in questione, sono:

  • la chiave pubblica, conosciuta da tutti coloro che sono interessati nello scambio di documenti;
  • la chiave privata, nota al contrario soltanto al titolare, la quale può essere usata mediante un PIN associato.

Per poter apporre la propria firma, l’interessato si avvale di un software cui è affidato il compito di calcolare l’impronta digitale, la cui lunghezza si attesta a 256 bit. Una volta che la stessa sia stata predisposta, è il programma utilizzato ad assumersi l’incarico di inviarla nell’ambiente in cui è conservata la chiave privata. Per attivarla, il titolare dovrà a sua volta inserire il PIN, avviando il processo mediante il quale il documento sarà dotato di firma digitale.

L’ultimo passaggio di questo procedimento, anche nel caso della firma digitale Buffetti proposta da La Contabile, azienda specializzata nella fornitura di servizi digitali, è quello che dovrà condurre alla verifica della firma da parte del destinatario. Sarà proprio questi ad utilizzare un software per l’estrazione della chiave pubblica dal suo interno, tesa a spacchettare il file in cui sono contenuti il documento e la firma digitale. Nel caso in cui l’impronta di mittente e destinatario sono identiche, la firma digitale assume validità e conferisce valore legale all’intero procedimento.

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ultimo aggiornamento: 07-08-2023


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