Cosa sono le accise? Scopriamo queste famose ‘imposte’ e vediamo perché hanno un peso nell’aumento del prezzo di alcuni prodotti.

Quando determinati prezzi iniziano a lievitare, come ad esempio quelli della benzina e del gasolio, tornano in auge le accise. Che sono sono? Andiamo alla scoperta di queste famose ‘imposte‘ e cerchiamo di capire perché il loro pagamento spetta alla popolazione e, soprattutto, quali ‘prodotti’ le contengono.

Accise: cosa sono e a cosa servono

Le accise non sono altro che delle tasse che lo Stato ha creato ad hoc per finanziare momenti di crisi, come terremoti e guerre. Queste imposte vengono inflitte a determinati prodotti di consumo e il relativo pagamento scatta nel momento in cui i beni di riferimento vengono immessi nel circuito di consumo. La norma è stata studiata fin nei minimi dettagli, tanto che riguarda ‘cose’ che tutti siamo costretti ad acquistare, in primis il carburante. Aumentando benzina e gasolio, lievitano anche i prezzi di tutti i prodotti, anche alimentari, che viaggiano per tutto il mondo. Ergo: i consumatori si ritrovano in un vero e proprio vortice senza uscita.

Attualmente, le accise si pagano sui seguenti prodotti:

  • oli minerali e loro derivati (benzina, gasolio, gpl, gas metano);
  • bevande alcooliche (liquori, grappe, brandy);
  • fiammiferi;
  • tabacchi lavorati (sigarette);
  • energia elettrica;
  • oli lubrificanti.

Tra le imposte elencate, quelle più famose e discusse sono quelle sul carburante. Benzina, gasolio e gpl, infatti, sono ben 18 e la prima affonda le radici nel lontano 1956, l’epoca del finanziamento della crisi di Suez.

Quante sono le accise?

Da anni e anni le forze politiche che si sono susseguite al Governo hanno parlato dell’eliminazione delle accise o, quanto meno, di un taglio. Ad oggi, le chiacchiere se l’è portate via il vento e di concreto non c’è nulla, se non il fatto che queste imposte assicurano allo Stato un’impennata delle entrate.

Le accise riguardano i prodotti elencati nel paragrafo precedente, ma, quantificarle è difficile. Come sottolineato, infatti, solo le imposte del carburante sono 18:

  1. finanziamento della crisi di Suez (1956) – 0,00723 euro;
  2. ricostruzione post disastro del Vajont (1963) – 0,00516 euro;
  3. post alluvione di Firenze (1966) – 0,00516 euro;
  4. ricostruzione post terremoto del Belice (1968) – 0,00516 euro;
  5. post terremoto del Friuli (1976) – 0,00511 euro;
  6. ricostruzione post terremoto dell’Irpinia (1980) – 0,0387 euro;
  7. finanziamento missione ONU in Libano (1982 – 1983) – 0,106 euro;
  8. finanziamento missione ONU in Bosnia (1996) – 0,0114 euro;
  9. rinnovo contratto autoferrotranvieri (2004) – 0,020 euro;
  10. acquisto autobus ecologici (2005) – 0,005 euro;
  11. ricostruzione post terremoto de L’Aquila (2009) – 0,0051 euro;
  12. finanziamento alla cultura (2011) – 0,0071;
  13. finanziamento crisi migratoria libica (2011) – 0,040 euro;
  14. ricostruzione per alluvione che ha colpito Toscana e Liguria (2011) – 0,0089 euro;
  15. finanziamento decreto “Salva Italia” (2011) – 0,082 euro;
  16. ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012) – 0,024 euro;
  17. finanziamento del “Bonus gestori” (2014) – 0,005 euro;
  18. finanziamento del “Decreto fare” (2014) – 0,0024.

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ultimo aggiornamento: 16-03-2022


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