In cosa consistono i vaccini terapeutici e come possono aiutare il corpo a rallentare una malattia o debellarla del tutto.
I vaccini – di norma – sono progettati per stimolare il sistema immunitario in modo che possa impedire agli organismi patogeni di avviare un’infezione. Sono stati ideati nuovi vaccini, denominati vaccini terapeutici, che stimolano il sistema immunitario affinché possa curare determinate malattie e/o rallentarne la progressione.
Vaccini terapeutici, nuova frontiera in medicina
Sebbene il campo dei vaccini terapeutici rimanga – in gran parte – sperimentale, tre di questi vaccini, tutti usati per curare il cancro, sono stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti.
Questa tipologia di vaccino, dunque, si concentra, principalmente, sul cancro. Altri scienziati mirano a sviluppare vaccini terapeutici per curare HIV, papillomavirus (HPV), epatite virale, colera e altre malattie potenzialmente gravi.
Come funzionano i vaccini terapeutici
I vaccini tradizionali stimolano la produzione di anticorpi, proteine immunitarie che prendono di mira specifici agenti patogeni come virus o batteri. I vaccini terapeutici, invece, stimolano il sistema immunitario a colpire le cellule tumorali e/o controllare la progressione di infezioni croniche come l’HIV.
A differenza dei vaccini tradizionali – che vengono somministrati prima che una persona contragga una malattia – i vaccini terapeutici vengono somministrati dopo che è stata contratta. Esistono due diversi approcci allo sviluppo di vaccini terapeutici:
- I vaccini autologhi sono una forma di medicina personalizzata in cui le cellule del corpo di una persona (come le cellule tumorali o le cellule immunitarie) sono raccolte per produrre un vaccino per quella stessa persona;
- I vaccini allogenici sono creati, invece, da cellule che vengono prelevate da altri e/o ingegnerizzate in laboratorio. Questo è l’approccio più comunemente utilizzato per sviluppare vaccini terapeutici per il cancro.
Da queste cellule, gli scienziati possono creare diversi tipi di vaccini terapeutici con meccanismi d’azione distinti. Parliamo dei vaccini antigenici, dendritici e vaccini a DNA.
Antigenici, dendritici e vaccini a DNA
I vaccini antigenici fanno leva, per l’appunto, su antigeni, sostanze che provocano una risposta anticorpale specifica. L’antigene può essere un patogeno indebolito (vivo attenuato), un patogeno morto (inattivato), un frammento (subunità) di un patogeno o una sostanza prodotta da un patogeno.
Possono, dunque, essere antigeni tumorali prodotti dalle cellule tumorali che, una volta raccolti e introdotti nel corpo, amplificano la risposta immunitaria per combattere meglio le cellule tumorali da cui sono stati prodotti.
I vaccini dendritici coinvolgono un tipo di globulo bianco chiamato cellula dendritica che fa parte del sistema immunitario innato del corpo. Cellule che cercano agenti patogeni e attaccano prima che il sistema immunitario sia in grado di lanciare una risposta anticorpale specifica per la malattia.
Raccogliendo queste cellule e inoculandole con cellule cancerose o virus inattivati, si ritiene che possano “imparare” a riconoscere i tumori o le infezioni virali croniche e ad attaccare in modo più aggressivo.
I vaccini a DNA terapeutico sono progettati per inviare istruzioni codificate alle cellule, in modo che possano fornire una risposta immunitaria specifica per la malattia. Possono, ipoteticamente, aumentare l’immunità per aiutare a superare l’esaurimento immunitario causato da un’infezione di lunga data (come l’HIV) che diminuisce la capacità del sistema immunitario di riconoscere un patogeno.
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ultimo aggiornamento: 19 Luglio 2022 14:01