Il 30 marzo 2021 una legge ha istituito l’assegno unico familiare: dal 1 luglio le famiglie italiane riceveranno 250 euro al mese per ogni figlio.
La scorsa estate la Camera dei Deputati aveva già approvato la legge riguardo all’assegno unico familiare; adesso si attende l’approvazione del Senato. Il contributo ammonterà a un massimo di 250 euro: ogni famiglia avrà diritto a un assegno per ogni figlio appartenente al proprio nucleo. I principali obiettivi di questo provvedimento sono incentivare la natalità e favorire l’occupazione femminile: scopriamo nel dettaglio cos’è e come funziona.
Che cos’è l’assegno unico familiare?
L’iniziativa ha origine tra le fila del Partito Democratico nel 2014. A raccogliere la proposta è stato il ministro di Italia Viva Elena Bonetti. Tramite la legge delega dello scorso marzo è stata disegnata l’intera cornice normativa dell’Assegno unico e universale per ogni figlio a carico.
Il governo, nel giro di un anno, è tenuto a emettere i relativi decreti legislativi e poiché nel 2021 saranno erogati 3 miliardi di euro, già dal primo di luglio 2021 il tutto dovrebbe diventare effettivo.
L’assegno unico è un contributo in denaro, oppure un credito d’imposta ed è previsto per ogni figlio appartenente al nucleo familiare, a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al ventunesimo anno di età. L’importo, di massimo 250 euro mensili, sarà calcolato sulla base dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e distribuito in due metà nel caso di genitori separati.
Sono previste delle maggiorazioni nei casi in cui una famiglia presenti tre o più figli, per i figli con disabilità (per cui non c’è una soglia massima di età) e per le madri sotto i 21 anni.
Infine, per i genitori dei figli maggiorenni la somma garantita sarà minore, ma l’assegno potrà arrivare direttamente ai ragazzi.
Chi ha diritto all’assegno unico familiare?
L’assegno è definito unico perché sostituirà tutte le altre forme di sostegno economico attualmente in vigore: assegni familiari di varia natura, bonus mamma, bonus bebè e detrazioni fiscali.
Il contributo spetta davvero a tutti, comprese quelle categorie a cui non erano attualmente garantite forme di sostegno: disoccupati, pensionati, lavoratori, beneficiari di altre misure sociali, titolari del reddito di cittadinanza.
Secondo le stime l’assegno sarà riconosciuto a oltre 28 milioni di cittadini. L’Istat ha affermato che a guadagnarci sarà il 68% delle famiglie italiane. La restante percentuale di circa il 30% o non percepirà alcun cambiamento, o dovrà riscontrare una perdita.
Parliamo, in quest’ultimo caso, di chi possiede redditi o patrimoni elevati, di chi ha figli a carico più grandi di 21 anni e delle coppie non sposate che sono costrette a dichiarare due ISEE distinti.
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ultimo aggiornamento: 07-04-2021