Svolta in Bnl-Bnp Paribas: da aprile la 51enne banchiera milanese Goitini prenderà ufficialmente il posto dell’uscente amministratore delegato Luigi Abete.
Bnl, oggi del gruppo francese Bnp Paribas, è ad una svolta. Dopo 23 anni Luigi Abete, l’artefice del passaggio della Banca Nazionale del Lavoro dallo Stato al mercato finanziario, lascia la presidenza dell’istituto. L’assemblea degli azionisti ha scelto come nuovo amministratore delegato Elena Patrizia Goitini. L’incarico ufficiale arriverà a fine aprile: la 51enne banchiera milanese diventerà allora la prima donna a capo di una grande banca in Italia.
Chi è Elena Patrizia Goitini in Bnl-Bnp Paribas
Abete, scelto all’epoca da Romano Prodi e Lamberto Dini per la privatizzazione della banca, si dedicherà alla presidenza della Luiss Business School. Bnl-Bnp Paribas fa sapere che la scelta è ricaduta su Goitini perché “la parità di genere e l’inclusione sono valori fondamentali da realizzare quotidianamente con azioni concrete”.
Classe 1969, laureata alla Bocconi nel 1993, Elena Patrizia Goitini è entrata nel 2019 in Bnl come responsabile della divisione private banking e wealth management. In passato ha lavorato per PwC e Unicredit.
Fulvio Furlan, il segretario generale di Uilca, definisce l’approdo di Goitini alla guida di Bnl “un’importante novità nel settore del credito: finalmente una donna alla guida di una grande banca. Si parla spesso di parità di genere, quote rosa e inclusione: la nomina di una donna, dalle comprovate doti manageriali, è un segnale positivo di cambiamento di cui l’Italia ha bisogno per adeguarsi anche sotto questo profilo al resto d’Europa”.
Amministratore delegato donne e banche: una panoramica
Secondo uno studio realizzato da Uilca, il sindacato dei lavoratori operanti nei settori del credito, esattorie e assicurazioni, per 660 posizioni di comando ai vertici di 330 gruppi bancari, si trovano 632 uomini e 28 donne. La percentuale femminile è pari al 4,2%.
La parità di genere nel settore bancario, in realtà, non è proprio garantita negli altri Paesi europei. Fino al 2020, escludendo Christine Lagarde alla presidenza della BCE, le uniche donne a capo di importanti istituti di credito sono state la spagnola Ana Botín di Santander e Alison Rose di Royal Bank of Scotland.
Secondo un noto studio di McKinsey, le aziende con una leadership diversificata e maggiore parità di genere tendono ad avere margini di profitto più alti. Il motivo? Ci sarebbe una forte correlazione tra alti livelli di testosterone e assunzione di tremendi rischi finanziari, almeno stando a quanto rilevato da una ricerca pubblicata nel 2008 su Evolution and Human Behavior.
Nel caso specifico delle banche di credito cooperativo, i numeri in Italia sono desolanti. Lo studio di Uilca conta appena 7 donne presidente e 12 amministratore delegato su 259 Bcc. Non solo: fra le 20 banche popolari analizzate, soltanto due donne sono presidente e una CEO per un totale di 40 posizioni.
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ultimo aggiornamento: 4 Febbraio 2021 11:35