Un feto di 34 settimane è stato operato al cervello all’interno dell’utero. Aveva una rara patologia che aumentava il flusso sanguigno.
E’ stata eseguita con successo un’operazione su un feto di 34 settimane affetto da una rara patologia che aumentava il flusso sanguigno. Il feto è stato operato al cervello e l’intervento è avvenuto mentre il feto si trovava ancora nell’utero della madre. Ad occuparsene sono stati i medici del Boston Children’s Hospital e del Brigham and Women’s Hospital degli Stati Uniti. Si tratta di un’operazione avvenuta per la prima volta al mondo per quanto riguarda questa patologia.
La malattia del feto operato al cervello
L’operazione è avvenuta lo scorso marzo ma adesso, a distanza di circa due mesi, i medici hanno potuto confermare le condizioni della bambina. Quest’ultima era affetta da una grave e rara malattia che provoca uno scorrimento troppo veloce del sangue in alcune regioni del cervello. Nel dettaglio si tratta di una malformazione aneurismatica della vena di Galeno, ovvero una patologia vascolare rara che colpisce circa un neonato su 60.000. Chi ne è affetto deve fare i conti con le proprie arterie che si connettono direttamente con le vene invece che con i capillari.
La conseguenza, dunque, è un flusso sanguigno troppo veloce. Se non viene presa in tempo questa malattia può portare gravi conseguenze. Tra queste: arresto cardiaco, danni a livello neurologico e cognitivo, ipertensione delle arterie di polmoni e cuore e, nei casi più gravi, la morte.
Come si è svolta l’operazione
Solitamente questa malattia si cura subito dopo la nascita con un intervento di embolizzazione. Ovvero i chirurghi inseriscono degli agenti coagulanti nelle vene per evitare che il sangue si addensi. Purtroppo in alcuni casi la malattia può peggiorare rapidamente dopo il parto oppure, seppur sopravvivendo, rimangono dei danni permanenti. Per questo, nel caso del feto operato al cervello, i medici hanno deciso di effettuare un’operazione preparto.
Al feto di 34 settimane, una bambina, è stata fatta un’iniezione per evitare che si muovesse e poi una dose ridotta di antidolorifico. A questo punto i medici, guidati da un ecografo a ultrasuoni, hanno inserito per via addominale, attraverso un catetere connesso a un ago, delle piccolissime spirali in metallo nelle vene per ridurre l’afflusso di sangue e la pressione sanguigna. L’operazione ha provocato un parto prematuro ma la bambina ad oggi sta benissimo.
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ultimo aggiornamento: 25 Maggio 2023 15:17