Vai al contenuto

La pace a tavola, Palestina e Israele unite in Italia dal potere della cucina

Le bandiere di Israele e Palestina unite in segno di pace

Nel nome di Federico II, il comune di Andria ospita una delegazione di sei cuochi palestinesi e israeliani pronti a costruire un tavolo di pace.

La pace è possibile tra Palestina e Israele, almeno seduti a un tavolo in cucina. Succede in Italia, a Castel del Monte, dove sei cuochi palestinesi e israeliani si ritrovano per l’evento La pace a tavola, un convivio unico nel suo genere: in una situazione di sangue, morte e sofferenza, lanciare un messaggio di luce, speranza e riconciliazione attraverso il cibo.

Palestina e Israele: la pace è a tavola

I sei chef sono Sarkis Yacoubian, Itshak Alhav, Ahmad Jaber, Amal Hana, Nisan Hai e Yousef Arbis. I cuochi portano ad Andria le loro storie, le loro ricette e il messaggio universale della cucina come ponte tra culture, come linguaggio in grado di superare e distruggere le barriere politiche e religiose. Proprio perché non c’è il minimo accordo tra i due governi, i maestri di cucina sono insieme in questo momento.

La scelta di Castel del Monte non è casuale. Fatta costruire nel 1240 dall’imperatore Federico II di Svevia, la fortezza è un capolavoro dell’architettura militare medievale e patrimonio dell’umanità Unesco. “Federico II fu l’unico a risolvere una crociata senza spargimenti di sangue, riunendo i popoli a tavola – spiega Vittorio Cavaliere, presidente dell’associazione promotrice, l’accademia Ricerca e Qualità –. Da quell’esperienza, trasse ispirazione per la creazione di Castel del Monte. Non poteva esserci luogo più simbolico per celebrare la possibilità di un mondo senza conflitti”.

Una tavola imbandita con hummus, falafel e pietanze mediorientali
La cucina (anche italiana) diventa strumento di pace e dialogo in Medio Oriente

Federico II è stato un pioniere della tolleranza, unendo ebrei, cristiani e musulmani sotto il suo regno – aggiunge Giovanna Bruno, la sindaca di Andria. Oggi più che mai, dobbiamo guardare a quel modello con urgenza e speranza, dimostrando che le differenze non sono un ostacolo ma una ricchezza”. Yacoubian e i colleghi sono protagonisti di una serie di iniziative benefiche e solidali al centro di La pace a tavola.

I coltelli non sono solo strumenti di guerra, ma possono diventare strumenti di pace – dice lo chef armeno di nascita e rifugiato in Israele, fondatore e presidente di Taste of Peace a Giaffa –. Intorno alla tavola, le persone imparano a rispettarsi e a dialogare con amore e gioia”. Taste of Peace è un team culinario multietnico fermamente convinto che la pace inizi nello stomaco.

La pace a tavola: Andria centro del mondo

Oltre a mescolare sapori e ingredienti, i sei cuochi uniscono anche le loro culture e tradizioni nella speranza di costruire un futuro diverso. “La guerra non costruisce nulla, mentre la diplomazia è l’unica arma che può unire i popoli – sottolinea Cesareo Troia, assessore alle Radici di Andria –. Attraverso questo evento, vogliamo dimostrare che convivere è possibile. L’esempio dei cuochi israeliani e palestinesi che lavorano fianco a fianco è un monito per il mondo intero”.

La cucina non ha confini – conclude Domenico Maggi, ambasciatore della World Chef Federation per una pace tutta da assaporare –. È un linguaggio che rispetta tutte le culture e unisce i popoli. Questo evento dimostra quanto il cibo possa essere un veicolo di pace e comprensione”.

Riproduzione riservata © 2024 - LEO

ultimo aggiornamento: 19 Novembre 2024 17:38

Combattere ansia e stress con i suoni della natura