Lanciata da Antonio Augeri e Andrea Faldella, Ogyre è la piattaforma del rivoluzionario fishing for litter: il progetto funziona e annuncia un aumento di capitale.
Salvare il mare e tutelare il futuro del pianeta rendendo gli oceani più sani e puliti entro il 2030. È l’obiettivo di Ogyre, la prima piattaforma globale per il recupero dei rifiuti marini. La startup genovese prende il suo nome dalle cosiddette Ocean Gyres, le correnti oceaniche circolari che intrappolano la plastica in enormi isole di rifiuti eppure fondamentali per l’ecosistema. La missione di Ogyre è far diventare le Ocean Gyres nuovamente vitali per i mari.
Cos’è Ogyre e il fishing for litter
Il modello della piattaforma è il fishing for litter e coinvolge direttamente i pescatori in mare. I rifiuti accidentalmente pescati con le loro reti vengono raccolti, differenziati a bordo e trasportati a terra per poi essere correttamente smaltiti nei circuiti di rigenerazione da parte di alcune Ong partner. Ogyre punta a raccogliere 4 milioni di chilogrammi di plastica entro il 2025.
I pescatori hanno formato un network di 80 pescherecci in tutto il mondo che si allarga di giorno in giorno. La presenza dei rifiuti in mare ha infatti pesanti ripercussioni economiche sulla loro attività perché la plastica riduce e contamina il pescato, danneggia l’attrezzatura e fa perdere preziose ore di lavoro. Senza dimenticare che i rifiuti marini tendono a frammentarsi in particelle sempre più piccole, generando le cosiddette microplastiche che hanno effetti devastanti su ambiente e salute.
Il progetto funziona e Ogyre ha annunciato il suo primo aumento di capitale da oltre 500mila euro. La raccolta è avvenuta grazie a una vincente campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd, la piattaforma italiana autorizzata da Consob che permette di investire su startup e PMI innovative. Hanno contribuito anche investitori privati e partner istituzionali come Illumia tramite Illumia Start (dedicato a startup del settore energia) e B-Heroes, il programma per la promozione delle startup innovative.
I 500mila euro serviranno per allargare il team di Ogyre e il network di pescatori e di porti a livello internazionale (l’obiettivo è raggiungere 5mila pescherecci) e ottimizzare la tecnologia della piattaforma sia in ottica Business to Consumer che Business-to-business. Ad oggi Ogyre raccoglie 20mila chili di plastica al mese nei tre porti italiani di Cesenatico, Santa Margherita Ligure e Marina di Ravenna e in quelli in Brasile ed Indonesia.
Come contribuire a Ogyre
Chiunque può contribuire alla salvaguardia degli oceani supportando direttamente i pescatori del progetto oppure acquistando sul sito ufficiale della startup l’ojacket, un giaccone creato utilizzando l’equivalente di 35 bottiglie rigenerate. Per ogni ojacket venduto, Ogyre raccoglie e smaltisce sei chili di plastica marina. Scegliendo i gadget okini, oshorts e obottle, si rimuovono rispettivamente due chili e un chilo di rifiuti.
“I rifiuti e la plastica negli oceani sono uno dei più grandi problemi ambientali dei nostri tempi – fanno sapere Antonio Augeri e Andrea Faldella, i fondatori di Ogyre –, basti pensare che ogni anno finiscono in mare 11 milioni di tonnellate di plastica, che mettono a rischio la vita di 1,4 milioni di specie che vivono sott’acqua. Una quantità di rifiuti che impatta, oltre che sull’ambiente, anche economicamente sul settore pesca per oltre 61 milioni di euro all’anno. Chi, meglio dei pescatori, può aiutarci a risolvere il problema? Con Ogyre stiamo realizzando una piattaforma che renda il fishing for litter una pratica alla portata di tutti”.
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ultimo aggiornamento: 14 Aprile 2022 16:26