Il presidente Donald Trump posticipa i dazi contro l’Unione Europea dopo negoziati con Ursula von der Leyen, ma tensioni commerciali restano alte.
Donald Trump ha recentemente annunciato il rinvio dell’applicazione di dazi al 50% contro l’Unione Europea, inizialmente previsti per il 1° giugno 2025, spostandoli al 9 luglio. Questo avviene dopo una telefonata con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha promesso di accelerare i negoziati.
Nonostante questa tregua temporanea, le tensioni rimangono elevate, con settori chiave come l’acciaio, l’alluminio e l’automotive nel mirino della Casa Bianca. L’obiettivo dichiarato è ridurre il deficit commerciale degli Stati Uniti con l’Europa, ma il rischio di un impatto economico significativo per l’UE è concreto. La situazione è ulteriormente complicata dalla questione cinese, con Washington che spinge per una maggiore pressione europea su Pechino.

Tensioni commerciali e impatto economico: le sfide per l’Unione Europea
Le nuove tariffe proposte da Trump potrebbero causare un impattante contraccolpo economico per l’Unione Europea. Solo nel 2024, le esportazioni europee verso gli Stati Uniti hanno raggiunto i 530 miliardi di euro, rappresentando il 20% dell’export totale dell’UE. Le stime indicano che, con dazi al 50%, il Pil europeo potrebbe ridursi dello 0,5%. La Germania, l’Irlanda e l’Italia, principali esportatori verso gli USA, potrebbero subire perdite significative. In Italia, il calo del Pil potrebbe essere dello 0,6%, un colpo duro per l’economia nazionale. Queste tariffe non solo mettono a rischio le esportazioni, ma minacciano anche di aumentare i costi per i consumatori europei.
Settori chiave nel mirino: automotive e farmaceutico sotto pressione
I settori automotive e farmaceutico sono particolarmente vulnerabili alle politiche tariffarie degli Stati Uniti. Nel 2024, l’UE ha esportato negli Stati Uniti oltre 757mila vetture, con un valore di 39 miliardi di dollari. Trump ha espresso chiaramente l’intento di portare le fabbriche europee negli USA, imponendo tariffe che potrebbero raggiungere il 75%. Anche il settore farmaceutico è a rischio, con un mercato annuale di 80 miliardi di dollari. Le aziende europee potrebbero affrontare gravi difficoltà se costrette a sostenere dazi elevati, che si ripercuoterebbero sui prezzi dei medicinali. La direzione della Federazione europea dell’industria farmaceutica ha già avvertito delle potenziali carenze di medicinali nel continente europeo.
Il ruolo della Cina e le dinamiche geopolitiche
La situazione è ulteriormente complicata dalle tensioni geopolitiche tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina. Trump ha espresso insoddisfazione per la lentezza con cui l’UE considera l’imposizione di tariffe contro le industrie cinesi. Questo è visto come un nodo cruciale nei negoziati commerciali tra Bruxelles e Washington. La pressione americana per un’azione più dura contro Pechino è percepita come un tentativo di accelerare le trattative.
Il Regno Unito ha già promesso tariffe sull’acciaio cinese, facilitando l’accordo commerciale con gli Stati Uniti. Tuttavia, l’UE sembra voler mantenere aperti i canali con la Cina, complicando ulteriormente la situazione. Trump ha criticato l’UE per la sua posizione, definendola “più cattiva” della Cina stessa, sottolineando la sua frustrazione per la mancanza di azione europea contro Pechino.
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ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2025 16:20