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L’Unione Europea avvia indagine contro Google: conseguenze devastanti per gli utenti

indagine contro google

Questa inchiesta segna un momento cruciale nel dibattito sul valore generato dall’uso automatico dei contenuti digitali.

L’Unione Europea ha avviato una nuova indagine antitrust nei confronti di Google, incentrata sull’utilizzo dei contenuti editoriali e video presenti in rete per alimentare i suoi modelli di intelligenza artificiale, in particolare gli AI Overviews e i servizi collegati a YouTube. Questa inchiesta segna un momento cruciale nel dibattito sul valore generato dall’uso automatico dei contenuti digitali e sulle implicazioni economiche e giuridiche di tale pratica.

Google e l’uso dei contenuti editoriali per l’intelligenza artificiale

La Commissione europea sospetta che Google stia impiegando senza una giusta compensazione i materiali prodotti da editori e creatori su YouTube per addestrare i suoi algoritmi di intelligenza artificiale, senza offrire loro un chiaro diritto di rifiuto. Al centro della controversia ci sono proprio gli AI Overviews, i riepiloghi automatici generati dall’IA che appaiono in cima ai risultati di ricerca, diventando di fatto un filtro dominante nell’accesso alle notizie e alle informazioni.

Teresa Ribera, responsabile antitrust europea, ha dichiarato che «Google potrebbe abusare della sua posizione dominante come motore di ricerca, imponendo condizioni commerciali sleali agli editori e utilizzando i loro contenuti per alimentare i propri servizi basati sull’intelligenza artificiale». Ribera ha sottolineato l’importanza di un ecosistema informativo sano, basato sulla capacità degli editori di investire nella creazione di contenuti di qualità, e ha ribadito che «non sarà permesso ai gatekeeper di condizionare queste scelte».

Secondo il Digital Markets Act (DMA), Google è qualificato come un gatekeeper, ovvero un controllore strutturale dell’accesso alle informazioni online, e deve quindi rispettare norme più rigorose in materia di trasparenza e concorrenza leale.

L’indagine europea nasce da un esposto presentato a luglio da un gruppo di editori e associazioni digitali, i quali accusano Google di aver tradito il “patto” originario di internet. L’avvocato Tim Cowen, che rappresenta queste realtà, ha affermato: «Google ha infranto il patto che sta alla base di internet, secondo cui i siti web sarebbero stati indicizzati e mostrati quando rilevanti, garantendo a tutti una chance di visibilità». Cowen ha poi definito Gemini, l’IA di Google, «il gemello malvagio della Ricerca», evidenziando come gli AI Overviews possano scoraggiare gli utenti dal cliccare sui link tradizionali, riducendo così il traffico verso i siti di informazione e mettendo a rischio l’intero modello economico dell’editoria digitale.

Google ha respinto con forza queste accuse, sottolineando il rischio che tali contestazioni possano ostacolare l’innovazione in un mercato già altamente competitivo. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato che «gli europei meritano di beneficiare delle ultime tecnologie» e che Google continuerà a collaborare con il mondo dell’informazione e della creatività durante la transizione verso l’era dell’intelligenza artificiale. Per Google, l’evoluzione dei risultati di ricerca rappresenta un progresso inevitabile e vantaggioso per gli utenti, non una minaccia.

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ultimo aggiornamento: 11 Dicembre 2025 15:06

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