La salute mentale può essere incentivata dalla musica, quale strumento terapeutico, utile in diversi ambiti d’applicazione.
La musica ha da sempre affascinato l’uomo, toccando corde emotive profonde e influenzando stati d’animo, comportamento e memoria. Recentemente, le neuroscienze hanno fatto un passo avanti nel comprendere i meccanismi che legano la musica al nostro cervello, rivelando il ruolo importante della sincronizzazione neurale come possibile chiave per il suo effetto terapeutico.
La musica come strumento terapeutico per la salute mentale
La sincronizzazione neurale fa riferimento alla capacità delle onde cerebrali di allinearsi agli stimoli esterni, tra i quali c’è, per l’appunto, il ritmo musicale.
Questo fenomeno, conosciuto come entrainment neurale, permette ai neuroni di “danzare” al ritmo della musica, creando una connessione tra corpo e mente.
Un processo che gli studiosi hanno studiato in relazione alla musica classica e che ha benefici per la salute mentale, quindi utile per trattare depressione e per stimolare il cervello con tali trattamenti, in quanto va a stimolare specifiche aree – ossia la corteccia uditiva e il circuito Nac – attuando un effetto antidepressivo.
La musica come percorso di riabilitazione
Le applicazioni della sincronizzazione neurale vanno oltre il benessere emotivo. In ambito medico, la musica è utilizzata come strumento di riabilitazione per pazienti affetti da ictus o Parkinson.
Ritmi specifici possono stimolare il movimento e migliorare la coordinazione e l’equilibrio. La terapia ritmica, basata su questi principi, aiuta i pazienti a recuperare abilità motorie perdute, sfruttando la capacità del cervello di riorganizzarsi e creare nuove connessioni sinaptiche.
La musica può essere, dunque, un ottimo strumento per stimolare la memoria e le funzioni cognitive nei pazienti con Alzheimer o demenza.
Studi recenti mostrano che la musica, attraverso la sincronizzazione neurale, può riattivare ricordi apparentemente perduti, migliorando la qualità della vita e favorendo il contatto del paziente con i propri cari.
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ultimo aggiornamento: 11 Dicembre 2024 10:11