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In Italia usato per la prima volta l’anticorpo che previene il diabete

Una flebo

Il Teplizumab ha la capacità di ritardare l’esordio del diabete mellito di tipo 1: una svolta assoluta nell’approccio alla malattia.

È stato utilizzato per la prima volta in Italia un anticorpo monoclonale in grado di prevenire il diabete. Grazie alla prima infusione avvenuta su una ragazza di 23 anni, i pazienti predisposti al tipo 1 in cura al Policlinico Paolo Giaccone di Palermo possono usufruire dell’innovativo Teplizumab, un farmaco biologico che rappresenta un’autentica rivoluzione e una svolta assoluta nell’approccio alla malattia.

In Italia l’anticorpo che previene il diabete tipo 1

Il Teplizumab è in grado di rallentare l’esordio del diabete, una patologia che numeri elevatissimi in Italia. Nel rapporto redatto dall’Amd agli Stati generali sul diabete 2024, 4 milioni di italiani sono colpiti dal diabete di tipo 2. Per quanto riguarda quello di tipo 1, non di origine autoimmune, il numero scende a 300mila persone, pari al 5-10% delle persone affette da diabete.

Il tipo 1 si manifesta nell’infanzia o nell’adolescenza, ma può insorge anche negli adulti. Ad avere il rischio più elevato di ammalarsi in età avanzata sono gli anziani (in particolare gli over 74) e i maschi, con un significativo +40% di rischio rispetto alle donne. Lo 0,19% dei bambini è risultato positivo a due o più anticorpi potenzialmente indicativi della malattia, per cui il target è definito ad alto rischio.

Il controllo della glicemia in ospedale
Diabete: l’importanza del Teplizumab per il tipo 1

La terapia a base di Teplizumab è stata approvata dalla Food and Drug Administration statunitense nel novembre del 2022 per il trattamento di pazienti con almeno due autoanticorpi per il diabete e una condizione di alterato metabolismo glucidico, ovvero la disglicemia definita pre-diabete. L’obiettivo è ritardare l’esordio della malattia conclamata.

Dall’ottobre del 2024 il farmaco è disponibile in Italia e viene usato nei casi in cui se ne consiglia l’utilizzo prima che sia concluso l’iter burocratico di approvazione da parte degli enti regolatori, l’Ema a livello europeo e l’Aifa italiana. “La sua capacità di ritardare in maniera significativa l’esordio della malattia segna una svolta scientifica nell’approccio preventivo – spiega Raffaella Buzzetti, presidente della Società italiana di diabetologia –. L’implementazione di campagne di screening sarà fondamentale per identificare precocemente i soggetti che potrebbero beneficiare di questo trattamento innovativo”.

Teplizumab: ok a uso compassionevole in Italia

Commercializzato come Tzield, il farmaco è stato sviluppato all’interno dell’Università di Chicago in collaborazione con Ortho Pharmaceuticals. Dopo un successivo sviluppo di MacroGenics e una partnership con Eli Lilly per condurre il primo studio clinico di fase 3, l’anticorpo è stato acquisito da Provention Bio che ha portato a termine i trial negli adulti e nei pazienti pediatrici di età pari o superiore a 8 anni. L’iniezione avviene ogni giorno (tempo minimo 30 minuti) per 14 giorni consecutivi con una dose proporzionale alla superficie corporea.

Il Teplizumab rappresenta una terapia valida e concreta in tutti quei pazienti con predisposizione all’insorgenza del diabete mellito di tipo 1, grazie alla sua capacità di ritardarne in maniera significativa l’esordio, segnando una svolta scientifica nell’approccio alla malattia – sottolinea la professoressa Valentina Guarnotta, che ha promosso e seguito l’iter per ottenere l’autorizzazione –. L’esecuzione di campagne di screening sarà fondamentale per l’identificazione precoce di soggetti che potrebbero beneficiare di questo farmaco”.

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ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2025 11:32

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