I buoni pasto rappresentano una vera e propria rivoluzione del welfare aziendale.
I buoni pasto, quell’agevolazione che riesce a mettere d’accordo aziende e dipendenti, rappresentano una vera e propria rivoluzione del welfare aziendale. In gioco non ci sono solo vantaggi economici, ma anche la possibilità di elevare la qualità della vita di chi lavora. Sentirsi apprezzati, avere più possibilità di scelta su dove e cosa mangiare, o semplicemente poter gestire con maggiore libertà la propria pausa pranzo, contribuisce a un ambiente di lavoro più sereno e a collaboratori più soddisfatti.
Un aiuto per le aziende
Le aziende che scelgono di introdurre i buoni pasto come beneficio per i propri dipendenti hanno accesso a una serie di vantaggi non trascurabili. Da un punto di vista fiscale, infatti, c’è la possibilità di dedurre il costo dei buoni dal reddito imponibile, con un limite che varia in base alla natura dei buoni – fino a 4 euro per quelli cartacei e fino a 8 euro per quelli elettronici. In più, queste agevolazioni non sono soggette a prelievi previdenziali né a ritenute IRPEF, nei limiti di importo stabiliti, e permettono anche una detraibilità dell’IVA che può arrivare fino al 100% per i buoni elettronici.
C’è poi l’aspetto gestionale: offrire buoni pasto significa alleggerire l’azienda dal peso economico e organizzativo della gestione di una mensa interna o di un servizio di catering, con costi nettamente superiori rispetto al valore dei buoni. In un’epoca in cui i lavoratori pongono sempre più attenzione al benessere offerto dall’ambiente lavorativo, il buono pasto diventa anche uno strumento strategico per attrarre talenti e aumentare la loro fedeltà all’azienda.
Benefici tangibili per i dipendenti
I benefici dei buoni pasto si estendono ovviamente anche ai dipendenti, che vedono aumentare il loro potere d’acquisto dedicato alle spese alimentari, senza impatti negativi sul reddito imponibile. La grande varietà di esercizi convenzionati con i circuiti di buoni pasto, tra cui ristoranti, bar, supermercati e pizzerie, offre una libertà di scelta senza precedenti su dove consumare il proprio pasto o fare la spesa, contribuendo a una dieta più sana e varia. Questi buoni possono essere usati in singolo o cumulati, a seconda delle esigenze, e promuovono momenti di socializzazione e condivisione con colleghi o amici.
A chi e quando spettano i buoni pasto
I buoni pasto non sono obbligatori per legge, ma possono essere previsti dal CCNL applicato o dalla contrattazione collettiva. In tutti gli altri casi la scelta di riconoscere questo benefit a dipendenti e collaboratori spetta al datore di lavoro, sia imprenditore che libero professionista con partita IVA, che può decidere di attribuire i buoni pasto a tutti i lavoratori o a categorie omogenee di dipendenti.
Questi benefit, infatti, godono del regime agevolato non soltanto quando vengono attribuiti ai dipendenti a tempo indeterminato o determinato, a chi lavora full time o part time, ma anche a chi fa i turni, a chi sta lavorando in stage o contratto di apprendistato. A definire quando spettano i buoni pasto è il Decreto Ministeriale 7 giugno 2017, n. 122, che all’articolo 4 stabilisce che tale benefit può essere riconosciuto ai lavoratori titolari di un rapporto di lavoro subordinato e a coloro che hanno instaurato un rapporto di collaborazione, non necessariamente subordinato, con il soggetto che corrisponde i buoni pasto. Anche chi è impegnato in un tirocinio, inoltre, può essere destinatario dei buoni pasto attribuiti dal formatore e godere del regime agevolato.
Una scelta di benessere
Con i buoni pasto si apre un mondo di opportunità per rendere la pausa pranzo un momento realmente rigenerante combattendo lo stress da pranzo veloce alla scrivania o l’insoddisfazione di un pasto poco invitante alla mensa aziendale. Sia che si opti per un pasto al ristorante, sia che si scelga di fare una spesa mirata per un pasto più equilibrato, la libertà di scelta garantita da questo strumento di welfare aggiuntivo si traduce in benessere quotidiano, incidendo positivamente sulla produttività e sull’umore dei lavoratori.
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ultimo aggiornamento: 28 Novembre 2024 15:34