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Fragole: ecco perché preferire il made in Italy

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Perché bisogna diffidare dalle fragole provenienti dalla Spagna? Scopriamo insieme perché è buona norma scegliere sempre il made in Italy.

Ci stiamo avvicinando al periodo delle fragole, quello che ci avvisa che l’estate sta per arrivare. Difficile trovare qualcuno che non le ami, sia condite con un bel po’ di panna montata che al naturale. Quando le belle giornate iniziano a fare capolino e la primavera entra nel pieno, sembra impossibile rinunciare all’acquisto di una bella vaschetta di questi frutti rossi da divorare a pranzo, cena o perché no a merenda. Anche se la raccolta inizia a fine maggio/inizi di giugno e dura circa 6 settimane, in tutti i supermercati o nelle bancarelle ambulanti si trovano grandi distese di fragole già da adesso. Tra queste, ovviamente, ci sono anche quelle provenienti dalla Spagna.

Com’è possibile? Semplice, esistono le serre e le relative coltivazioni ‘intensive’. Può sembrare un bene, ma non è affatto così. Nello specifico, scopriamo insieme perché dobbiamo sempre diffidare dalle fragole provenienti dalla Spagna e preferire il made in Italy.

Fragole dalla Spagna: perché è bene evitarle

Anche se il frutto rosso si fa desiderare, soprattutto perché alla vista appare perfetto, è bene non acquistarlo. Considerate che la raccolta delle fragole inizia a fine maggio/ inizi di giugno e dura circa sei settimane.

Non è soltanto la stagionalità che ci suggerisce di non portare a casa una bella vaschetta di questi frutti, ma anche la coltivazione particolarmente dannosa che vige in Spagna.

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Fragole

In terra spagnola, le fragole vengono coltivate per lo più nella zona intorno a Huelva, in Andalusia. Fino a qualche anno fa, qui c’erano enormi pinete, ma adesso ci sono solo piantagioni del frutto rosso: si stima che il terreno così occupato sia superiore a 5.300 ettari. Pertanto, si tratta di coltivazioni intensive, che, ciliegina sulla torta, vengono fatte in una delle regioni più aride della Spagna.

Fragole spagnole, tra abusi e pesticidi

In media, per produrre un chilo di fragole, servono circa 200 litri di acqua. Considerando che in Andalusia questo ‘bene’ scarseggia, sono comparsi tantissimi pozzi illegali.

Per attingere le grandi quantità d’acqua necessarie all’agricoltura, gli agricoltori hanno perforato innumerevoli pozzi, molti dei quali illegali. Nella sola Huelva, sono stati costruiti circa 1.000 pozzi illegali e 3.000 ettari di terreno agricolo sono stati costruiti illegalmente per la sola coltivazione di fragole. Ciò ha portato a una diminuzione dell’80% del flusso d’acqua nella zona umida“, si legge sul sito del WWF.

Questi abusi comportano la diminuzione del livello delle acque sotterranee e il progressivo prosciugamento dell’intera regione. Come se non bastasse, le fragole provenienti dalla Spagna, un po’ come quelle di tutto il mondo, contengono pesticidi. Essendo frutti molto delicati e facilmente attaccati dai parassiti, nelle coltivazioni vengono utilizzate diverse sostanze chimiche nocive.

Il consiglio, pertanto, è uno: preferite fragole made in Italy, possibilmente biologiche e a km0 e seguire sempre la stagionalità dei prodotti.

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ultimo aggiornamento: 30 Marzo 2021 8:37

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