Uno dei danni collaterali della guerra in Ucraina è il rischio per i bambini di finire nella rete dei trafficanti: la denuncia delle Ong.

La guerra in Ucraina e l’esodo in massa dei profughi è un’emergenza che colpisce soprattutto i bambini. Oltre 7,5 milioni di minori sono a rischio e quasi due milioni sono già stati costretti alla fuga verso l’Europa, senza dimenticare le 510mila vittime degli anni di conflitto nel Donbass. A questa situazione si aggiunge un ulteriore pericolo: il reclutamento nelle forze armate, le violenze di genere e sessuali e il rapimento per le adozioni clandestine.

Guerra in Ucraina: bambini nelle mire dei trafficanti

Durante le emergenze i minori non accompagnati, quelli rimasti soli, senza genitori o qualcuno che si occupi di loro, sono i più vulnerabili e indifesi. Andrea Iacomini, il portavoce di Unicef Italia, fa sapere che “c’è grande preoccupazione anche per chi rimane nelle zone di conflitto”. A causa dei bombardamenti non sono riusciti i percorsi di evacuazione voluti dalla Croce rossa per anziani, donne e bambini.

L’apertura di corridoi umanitari nelle località di Mariupol e Volnovakha pare non aver funzionato. È difficile conoscere la verità: la propaganda di Kiev accusa Mosca di aver violato immediatamente il cessate il fuoco e sostiene che i militari dell’esercito russo farebbero il tiro a bersaglio sui profughi.

Un bambino solo e sporco
I controlli delle Ong per evitare la tratta di bambini

Parecchi bambini sono in trappola nelle zone di conflitto. Si sono perse le tracce di circa 100mila tra disabili e ospiti di orfanotrofi e centri specializzati. Come se questa tragedia non fosse sufficiente, Iacomini denuncia in un’intervista a Today la possibilità di infiltrazioni nelle associazioni di assistenza. Sarebbero già numerosi i casi di traffico di esseri umani, secondo quanto denunciano al Guardian diversi volontari presenti sul posto. Presentandosi come altruisti benefattori, i trafficanti attirano le vittime nella loro rete con la promessa di un passaggio, di una casa o di un lavoro.

Ci sono molte associazioni non ben conosciute, non accreditate – spiega Iacomini –, che si fanno avanti per l’accoglienza, la presa in carico di minori. Alcune millantano anche collaborazioni con noi. Non si sa come, con chi lavorano. Altri ancora sono privati. Sicuramente c’è chi agisce in buona fede, ma se vogliamo garantire la sicurezza di chi arriva tutto deve essere certificato e verificato”.

Bambini ucraini da adottare: la “maschera” della solidarietà

Il rischio della tratta di esseri umani è notevole – racconta al Guardian la coordinatrice della Caritas slovacca Monika Molnárová – poiché i profughi, stremati e privati ​​di ogni comodità di base, sono ogni giorno in viaggio e sempre più vulnerabili. Riteniamo che i trafficanti e i reclutatori stiano probabilmente prendendo di mira sia le donne che viaggiano da sole sia quelle che viaggiano con bambini”.

L’apertura totale dei confini rende difficile identificare le famiglie e i bambini non accompagnati in transito. L’Unicef e tutte le organizzazioni umanitarie impegnate sul campo chiedono a gran voce un censimento degli arrivi e una comunicazione chiara ed efficace. Chi vuole prendere in affido o adottare deve passare dai canali ufficiali: il ministero dell’Interno, i Comuni, gli enti locali, la polizia postale, le Ong affidabili come Caritas e Save the Children, Homo Faber e Mumbai Smiles.

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ultimo aggiornamento: 20-03-2022


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