La banca sostiene le filiere agrifood d’eccellenza con un nuovo plafond collegato alle iniziative del Pnrr.
Forte di un export da record nel 2024, l’agroalimentare italiano raccoglie l’importante supporto di Intesa Sanpaolo che ha annunciato il lancio di un nuovo plafond per l’agrifood d’eccellenza. La banca finanzierà le filiere agroalimentari mettendo a disposizione delle aziende del comparto un fondo da 10 miliardi di euro. L’iniziativa è inclusa nei 410 miliardi mobilitati dall’istituto a sostegno delle iniziative collegate al Pnrr.
Intesa Sanpaolo per l’agroalimentare italiano
Con questa mossa, il gruppo rafforza la divisione Banca dei Territori, focalizzata proprio sul mercato e sulla centralità del territorio per il consolidamento delle relazioni con le persone, le Pmi e gli enti no profit. La nuova linea si baserà su soluzioni su misura per le singole aziende, a seconda delle loro specificità. I finanziamenti verranno mobilitati secondo quattro parametri: le opportunità offerte dai mercati esteri; la crescita dimensionale; gli investimenti in impianti, attrezzature e innovazione; la valorizzazione della qualità e la continuità aziendale.
L’agrifood italiano vale il 4,1% del valore aggiunto dell’economia nazionale. In valore si tratta di una cifra di 81 miliardi nel 2024, di cui 44 generati dal settore agricolo e 37 dalle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Il comparto dà lavoro a più di 1,43 milioni di addetti, pari al 5,4% del totale nazionale. Sul fronte delle esportazioni, tra gennaio e febbraio 2025 sono già stati raggiunti 11,5 miliardi: 1,7 dai prodotti agricoli (+7,3%) e 9,8 (+4,9%) da alimenti, bevande e tabacco.

Particolare attenzione è riservata da Intesa Sanpaolo alla filiera vitivinicola. L’Italia, infatti, è al primo posto a livello mondiale nella produzione di vino con 44 milioni di ettolitri prodotti nel 2024. Pur restando al di sotto della media decennale, la produzione è aumentata rispetto al 2023. Il Veneto è la regione con la maggiore produzione, seguito dall’Emilia-Romagna e dalla Puglia. Il valore generato dalle esportazioni è invece di 8,1 miliardi di euro.
In Italia operano 241.000 aziende vinicole. Per il vitivinicolo, un settore che ha raggiunto nel 2024 un fatturato complessivo di 14,5 miliardi, il fondo di Intesa mette subito sul piatto 1,5 miliardi di finanziamenti. Gli investimenti dovranno essere utilizzati in coltivazione, trasformazione, invecchiamento, tracciabilità e commercializzazione dei prodotti.
Quali sono i comparti agrifood a valore aggiunto
È previsto il coinvolgimento di 80mila aziende clienti. La Direzione Agribusiness di Intesa organizzerà una serie di incontri su tutto il territorio nazionale, chiamati agri-talk, per promuovere la conoscenza del plafond e connettere la banca alle imprese attive nei comparti a maggior valore aggiunto: le filiere vitivinicola, olivicola-olearia, delle carni, lattiero-casearia e ortofrutticola.
“Le filiere agroalimentari esprimono valore e tipicità assolute del made in Italy; attraverso di esse sosteniamo con altri 10 miliardi l’economia italiana – spiega Massimiliano Cattozzi della Direzione Agribusiness –. Servono nuove strategie e occorre accelerare gli investimenti, in un contesto complesso segnato da climate change, nuove abitudini di consumo e innovazione. Il nostro impegno è testimoniato dagli oltre 11 miliardi erogati al comparto dal 2020. Con la Direzione Agribusiness accompagniamo le imprese agroalimentari in crescita, diversificazione dei mercati e costruzione di valore per il Paese”.