Fondata nel 2022 ad Avellino da Chiara Schettino e Filippo Toni, si rivolge alla GenZ per incoraggiare la cultura della prevenzione e supportare il ricambio generazionale.
La rivista Forbes ha incluso nella lista 2024 dei talenti sotto i 30 anni che stanno cambiando il mondo Chiara Schettino e Filippo Toni, i due fondatori di Rosso, la startup che sta rivoluzionando il modo di percepire la donazione di sangue, soprattutto tra le nuove generazioni. Fondata ad Avellino nel 2022, questa realtà giovane e dinamica è nata condividendo una preoccupazione essenziale: le donazioni di sangue e plasma, fiore all’occhiello del sistema sanitario italiano, sono in calo costante.
Rosso, la donazione di sangue diventa cool
Appena il 2,7% della popolazione dona sangue e si sta allargando il gap di età tra i donatori, con una media in continuo aumento. A inquietare è soprattutto il calo del 2% nella fascia tra i 18 e i 45 anni. È a questa che si rivolge Rosso: la missione della startup è coinvolgere e fidelizzare i donatori della GenZ, ossia gli under 25. Come? Attraverso accattivanti campagne sui social e una piattaforma di prenotazione attiva tutti i giorni 24 ore su 24.
Dal 2022 Rosso si rivolge alle persone comuni, in particolare ragazze e ragazzi, per invitarli a donare e facilitare il loro percorso nei centri di raccolta sul territorio nazionale, ma non solo. Per le aziende c’è una forma di accompagnamento verso la sostenibilità sociale e la salute tramite progetti personalizzati; per le associazioni e gli ospedali un supporto gratuito allo scopo di sensibilizzare il pubblico sulla donazione e rafforzare il legame con le comunità .

In due anni d’attività , Rosso è riuscita a portare oltre 2500 litri di sangue nelle riserve degli ospedali italiani e ha contribuito a salvare più di 5000 vite. L’impresa nasce proprio da un’esperienza di questo tipo: durante la pandemia Schettino (la più giovane al mondo ad aver conseguito la certificazione di Scrum Product Owner) è stata una ricevente di sangue per un linfoma e ha dovuto attendere molte ore per avere una sacca.
Nel preparare la maturità classica nel reparto di onco-ematologia dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha pensato ad un’idea per ottimizzare il sistema di donazione del sangue, puntando ad azzerare l’emergenza crescente. Da qui lo spunto di un incubatore che mette in contatto tutta la filiera (ospedali, medici, ematologi, aziende, associazioni, scuole, università ) per abbassare i tempi d’attesa dei pazienti riceventi.
La donazione di sangue per singoli e aziende
L’obiettivo di Rosso è sensibilizzare l’intera comunità sull’importanza delle donazioni. Per i singoli esiste una piattaforma di prenotazione. Basta rispettare tre requisiti: pesare almeno 50 chili, avere un’età tra i 18 e i 65 anni ed essere in buono stato di salute. Una volta fatto l’accesso, si può prenotare una donazione nel posto più vicino a casa: l’utente inserisce il proprio indirizzo, gli vengono suggerite diverse opzioni, seleziona uno slot orario e prenota.
È possibile avviare una chat su WhatsApp per parlare con il medico ematologo per chiedere informazioni, avere risposte e chiarire qualsiasi dubbio. A curare la ricorrenza ci pensa Rosso, inviando una notifica per rendere la donazione una costante, in particolare per il network degli ospedali per specifiche chiamate per gruppo sanguigno in situazioni di emergenza. Quanto alle aziende, c’è la possibilità di entrare a far parte della community dei Life Savers: un programma aziendale di membership che genera impatto, fringe benefits per i dipendenti e contribuisce al raggiungimento degli obiettivi ESG prefissati.
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ultimo aggiornamento: 10 Ottobre 2024 9:23