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La rivoluzione tranquilla di Bottura: al Tortellante cucinano i ragazzi con l’autismo

Massimo Bottura

La solidarietà ha un sapore speciale a Modena: Massimo Bottura ha lanciato un laboratorio terapeutico-abilitativo dove giovani e adulti imparano dalle nonne l’arte della pasta fresca.

In 58 anni di vita e oltre 30 di carriera ai fornelli, Massimo Bottura non si è mai tirato indietro quando c’è da aiutare chi è in difficoltà. Una delle iniziative più solidali dello chef si chiama Tortellante, nasce a Modena all’interno della onlus Aut Aut ed è una associazione di promozione sociale per ragazzi e ragazze autistici. Il patron di Osteria Francescana e fondatore di Food for Soul ad Harlem ha messo in piedi un laboratorio terapeutico-riabilitativo in cui le docenti sono le nonne modenesi. Le anziane insegnano come produrre la pasta fresca e i segreti del ripieno del tortellino a giovani (ma anche adulti) affetti da disturbo dello spettro autistico.

La rivoluzione del Tortellante di Massimo Bottura

Lanciato nel gennaio del 2016, il Tortellante di Modena è diventato subito un centro di inclusione che ha coinvolto tutta la comunità. La pasta fatta a mano prodotta nel laboratorio viene venduta di persona nel negozio di vendita (a via Borelli, angolo via Tagliazucchi) e online sul sito ufficiale dell’associazione.

Massimo Bottura pensa a questo progetto non solo come ad un laboratorio, ma come una vera e propria “scuola di autonomia, un luogo di riposo e un centro di socializzazione”. Nella “casa residenza” del Tortellante sono coinvolte 24 famiglie, uno staff scientifico (coordinato dal professor Franco Nardocci e dagli psicologi Alessandro Rebuttini e Martina Rossetti) e tanti volontari.

Un primo piano di Massimo Bottura
Massimo Bottura, promotore del Tortellante di Modena

Il Tortellante è un progetto inclusivo – racconta Bottura al Corriere della Seradove le nonne hanno l’opportunità per far vedere e raccontare a tutti questo pesto segreto: il ripieno del tortellino. Dall’altra parte ci sono i ragazzi diversamente abili che ricevono tutta questa cultura e la trasmissione della tradizione”.

I tortellini – aggiunge il cuoco – vengono venduti nella bottega del Tortellante a chiunque abbia voglia di condividere con noi un progetto così. La notizia migliore è che questo progetto è replicabile soprattutto qui da noi, in ogni angolo d’Italia. Stateci vicini e sosteneteci: dobbiamo costruire il futuro insieme perché insieme siamo la rivoluzione”.

A Modena il Tortellante fa “scuola di autonomia”

Bottura e sua moglie Lara Gilmore non si sono fermati al Refettorio Ambrosiano, dove hanno invitato tanti grandi chef a cucinare con il cibo scartato o avanzato per un gruppo di assistiti dalla Caritas. Da bravo modenese, l’orgoglio della cucina italiana nel mondo è tornato “a casa” con Tortellante, per costruire un modello sostenibile e una rete di relazioni virtuose.

Nel “manifesto” del laboratorio, il Tortellante si definisce “un’opportunità e una risorsa per le nostre famiglie, per la società, per le istituzioni”. Oggi più che mai, i giovani ambasciatori della gastronomia modenese danno “sostanza al valore universale della solidarietà”.

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ultimo aggiornamento: 6 Aprile 2021 9:44

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