Pipe, cornamuse e strumenti a fiato, incisioni e lettering: tre casi di successo di giovani tornati ai vecchi mestieri di una volta.

Liutai, pipai, calligrafi. I ventenni e i trentenni di oggi riscoprono sempre di più i vecchi mestieri, spinti dalle difficoltà economiche causate da pandemia e lockdown e dal desiderio di un lavoro sostenibile, autonomo e meglio remunerato. La crisi si è trasformata in una buona opportunità per tanti giovani alla ricerca di un lavoro, che hanno visto nel “fatto a mano” una seconda possibilità.

Pipe, legno, strumenti: i vecchi mestieri riscoperti

L’arte di creare manufatti attraversa tutta l’Italia. A Verona c’è Michele Brentegani che ha lanciato Brentegani Pipe, bottega di pipe artigianali che sono autentici “gioielli di raffinatezza ed eleganza”. I pezzi sono unici e in alcuni casi davvero pregiati, come la sua freehand in radica con inserto in corno di bue e bocchino in ebanite.

Testardaggine, pazienza, tenacia e soprattutto umiltà sono le qualità che si imparano lavorando – scrive Michele sui social, quelle che servono per creare qualcosa di unico e semplice ma straordinario come la natura”.

https://www.facebook.com/brenteganipipe/posts/746882335980307

Brentegani costruisce 250 pipe di alta gamma all’anno e vende le sue collezioni ai rivenditori di tutto il mondo su Lepipe.it. E pensare che Michele ha trasformato quasi per caso questo hobby in una professione: appassionato di fantasy, all’inizio voleva semplicemente riprodurre la pipa di Gandalf.

Dal Veneto alle Marche il passo è breve. A San Severino, in provincia di Macerata, operano Luca e Mauro Paciaroni con la loro Artisan. I fratelli hanno rilevato un emporio chiuso da tempo e l’hanno trasformato in un laboratorio di ferramenta, artigianato e prodotti tipici a chilometro zero.

I due si sono divisi i compiti. Luca è appassionato di musica antica e costruisce cornamuse e strumenti a fiato. Non solo: lavorando il legno, restaura e si è specializzato in una produzione limitata di pipe originali (fatte con materiali pregiati e decorate al pirografo), cassette, quadri, confezioni, strumenti da lavoro, manici di coltelli e qualsiasi idea gli venga in mente.

Un liutaio lavora il legno
Il ritorno dei vecchi mestieri: il liutario e l’amanuense

Mauro Paciaroni ha invece recuperato la “bella scrittura”. Un passato da writer e graffitista urbano, ha iniziato ad appassionarsi al lettering, lo studio dei caratteri tipografici e di come elaborarli. Ha quindi aggiunto allo “spaccio” di Artisan una sezione di calligrafia, dove fa l’amanuense e pratica incisioni. In aggiunta, costruisce pure la carta e gli inchiostri seguendo i metodi di lavorazione medioevali.

L’arte dello scrivere in forma elegante e regolare non è più un tesoro coltivato e custodito da una sparuta minoranza. Maria Valentinuzzi, trentenne di Gemona del Friuli appassionata di scritture gotiche, organizza corsi di insegnamento di bella grafia presso lo Studio Vellum di Cividale.

Tornano i vecchi mestieri di una volta: la calligrafia

Laureata in Storia e tutela dei beni culturali e librari all’Università di Udine e fan dei Rammstein, Valentinuzzi insegna come scrivere bene a chi deve fare concorsi o redigere atti a mano. Inoltre crea poesie, partecipazioni, biglietti motivazionali e pergamene per gli sposi.

https://www.facebook.com/maria.t.valentinuzzi/posts/4221918477874372

Le parole d’ordine per i suoi “muri di lettere” sono leggibilità, semplicità ed eleganza. Durante la quarantena, non è rimasta con le mani in mano: si è specializzata nel disegno seguendo i tutorial di Alice Loves Drawing e ha implementato nella calligrafia le tecniche apprese. Perché la pigrizia è al bando: non si deve mai smettere di imparare.

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ultimo aggiornamento: 13-07-2021


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