Una circolare Inps ha fatto il punto sull’impossibilità di licenziare i neopapà nel primo anno di vita del figlio: tutte le novità.
La parità tra mamma e papà è arrivata! Infatti i neopapà non potranno essere licenziati nel primo anno di vita del figlio esattamente come accade per le madri. A chiarirlo è stata una nuova circolare dell’Inps che spiega come le norme approvate per le madri, e in vigore da agosto, si applicano anche ai padri che usufruiscono del congedo obbligatorio. La circolare specifica inoltre che in caso di dimissioni volontarie e senza preavviso si ha diritto a ricevere la NASPI, ovvero l’indennità di disoccupazione.
I cambiamenti per i padri
Prima la legge permetteva ai papà di non essere licenziati solo in casi specifici, come la morte della madre, un’infermità grave di quest’ultima o l’abbandono della donna ai danni del bambino. Tutti casi, dunque, che avrebbero portato il padre a prendersi cura del figlio in modo esclusivo e dunque con garanzia di non licenziamento. Adesso invece, precisamente dal decreto dello scorso anno del governo Draghi (a sua volta riferito al Testo unico sulla maternità e paternità del 2001), le norme previste per le madri si applicano anche ai padri. Il decreto, inoltre, prevede il raddoppio del congedo di paternità obbligatorio a 10 giorni. Il congedo non è frazionabile a ore, in caso di gemelli raddoppia a 20 giorni lavorativi e si può utilizzare anche in via non continuativa dai due mesi precedenti la data della presunta nascita del figlio ed entro i cinque mesi successivi.
Tutte le altre novità
Oltre al congedo parentale la parità dei diritti tra madri e padri vale anche per altre norme. Ad esempio in caso di malattia entrambi i genitori possono astenersi dalla prestazione lavorativa senza retribuzione in caso di malattia del figlio, fino ai 3 anni di età di quest’ultimo e per tutto il tempo della malattia. Dai 3 agli 8 anni, invece, il periodo massimo di astensione è di 5 l’anno. Infine anche per i padri è valido il diritto allo smartworking con figli under 14. Occorre tuttavia avere alcuni requisiti: un accordo tra datore di lavoro e dipendente su tempi e modalità; l’altro genitore non deve essere già a casa del lavoro; le mansioni lavorative devono essere compatibili con lo smartworking.
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ultimo aggiornamento: 12 Aprile 2023 12:50