Lo Champagne è il vino simbolo della celebrazione, nato nella regione francese che porta il suo nome e divenuto icona mondiale di eleganza. Dietro le sue bollicine si nasconde una storia di tradizione, innovazione e coraggio che ha reso questo prodotto unico e inimitabile.
La storia di Madame Veuve Clicquot è quella di una donna che ha saputo trasformare il dolore personale in una straordinaria impresa. Pur rinunciando al proprio nome, ha dato vita a un eredità che tutt’oggi resiste al passare del tempo.
La vera storia di Madame Vevue Clicquot, la madre dello Champagne
Barbe Nicole Ponsardin aveva 27 anni quando, nel 1805, perse il marito François Clicquot, lasciandole sulle spalle un’azienda ancora fragile. In un mondo dominato dagli uomini, la giovane vedova decise di non arrendersi e di prendere in mano le redini della Maison.

La sua determinazione la portò a diventare una pioniera, capace di rivoluzionare il mondo dello Champagne e di scrivere una pagina di storia. Figlia di un barone di Reims, sindaco grazie all’appoggio di Napoleone Bonaparte, Barbe Nicole aveva sposato François nel 1799.
Alla morte del marito, la Maison produceva circa 100.000 bottiglie, ma i risultati ottenuti fino a quel momento erano stati modesti. I primi anni furono durissimi, con la necessità di reperire finanziamenti e di far crescere un’attività che rischiava di fermarsi.
Madame Clicquot non si limitò alla gestione, ma puntò sul miglioramento qualitativo del prodotto e sulla sua promozione. Lo Champagne era già conosciuto fuori dalla Francia, ma si presentava torbido e poco attraente dal punto di vista visivo.
Barbe Nicole comprese che l’impatto estetico era importante quanto il gusto e inventò la tecnica del Remuage. Questo metodo consentiva di eliminare i depositi presenti nella bottiglia al termine della rifermentazione e dell’affinamento sui lieviti.
Ma non si fermò qui, studiò ricette diverse per la liqueur d’expedition, adattandole ai gusti dei mercati internazionali. Nel 1810 produsse il primo Champagne Millesimato e cambiò il nome dell’azienda, che divenne Veuve Clicquot.
L’anno successivo, in occasione di un’annata eccezionale segnata dal passaggio della cometa, creò il celebre “vin de la Comète”. Nel 1818 introdusse il primo Champagne Rosé, ottenuto dall’assemblaggio di vino rosso di Pinot Nero alla base spumante.
La sua audacia si manifestò anche nel 1814, quando spedì 10.000 bottiglie a San Pietroburgo, conquistando l’aristocrazia russa. Nel frattempo acquistò nuovi vigneti, distinguendoli in base al loro valore, anticipando la classificazione dei futuri Grand Cru.
Intorno al 1814 la produzione raggiunse circa 175.000 bottiglie, segno di una crescita costante e di un successo consolidato. Nel 1841 si ritirò a vita privata, lasciando l’azienda a Edouard Werlé, con cui ebbe una relazione discussa.
Alla sua morte, il 29 luglio 1866, a 89 anni, la Veuve Clicquot produceva 775.000 bottiglie all’anno, simbolo di un’eredità immortale. Madame Veuve Clicquot è una figura storica, parte integrante del mondo della cultura alcolica e simbolo della forza femminile.