A frenare la conquista del work-life-balance è spesso lo stress da lavoro correlato, che può essere prevenuto e superato mettendo in atto strategie efficaci e affidandosi a uno specialista qualificato.

Ottenere un buon equilibrio tra lavoro e vita personale significa riuscire a svolgere una professione in modo soddisfacente e appagante, senza tuttavia togliere del tempo agli affetti e senza trascurare i propri interessi personali.

Raggiungere il perfetto work-life-balance è un obiettivo condiviso dalla stragrande maggioranza dei lavoratori, a prescindere dal ruolo svolto e dal settore di attività.

A sognarlo sono tanto i manager quanto i dipendenti e i liberi professionisti, spesso alle prese con lo stress lavoro correlato che rappresenta non solo uno dei principali ostacoli alla conquista della conciliazione tra carriera e sfera privata, ma anche un rischio reale per la salute psicofisica.

Donna stressata che lavora

Cosa si intende per equilibrio tra professione e sfera personale?

Un equilibrio ottimale tra lavoro e vita privata si rivela fondamentale per favorire il benessere sia fisico sia mentale. Esso consente di essere produttivi e di coltivare al meglio le passioni individuali, anche fuori dalle mura dell’ufficio.

A rendere possibile questa armonia sono, ad esempio, un ambiente di lavoro collaborativo e sereno e il rispetto degli orari prestabiliti, così come una maggiore flessibilità che può riguardare la scelta di lavorare da remoto o di gestire progetti, mansioni e scadenze andando incontro alle necessità individuali.

Se non viene gestita in modo corretto, infatti, la sfera professionale può generare una forma di stress da lavoro correlato che, stando all’Accordo quadro europeo del 2004 citato dall’INAIL, si definisce come una condizione caratterizzata da disturbi di natura fisica, psicologica o sociale, manifestati da individui in difficoltà nel far fronte alle richieste e alle aspettative.

Quando lo stress si trasforma in sindrome di burnout

Lo stress in ambito professionale può dare origine a molteplici sintomi più o meno evidenti, come stanchezza e spossatezza che spesso precedono il lavoro stesso, disagio, tensione, senso di incapacità, mancanza di concentrazione e carenza di autostima.

La risposta psicofisica allo stress lavoro correlato che si prolunga nel tempo diventando ingestibile è la sindrome di burnout: l’individuo che ne soffre si sente “bruciato”, “scoppiato”, vale a dire incapace di fronteggiare le difficoltà lavorative quotidiane in modo sereno e risolutivo.

Sviluppare la sindrome di burnout significa manifestare ansia, apatia, disturbi del sonno ma anche vero e proprio crollo delle energie psichiche, talvolta accompagnato da cinismo e distacco nei confronti della professione, nonché da uno scarso senso di autoefficacia.

Se da un lato in Italia i datori di lavoro sono obbligati a valutare e gestire il rischio di stress da lavoro correlato (esattamente come accade per tutti gli altri rischi inerenti alla salute e la sicurezza), dall’altro lato è fondamentale riuscire a coglierne le prime avvisaglie in modo da affrontare il problema fin dal suo esordio.

Prevenire e superare lo stress da lavoro è possibile?

Cercare di stabilire un confine tra lavoro e vita personale rappresenta certamente il primo step da compiere per prevenire lo stress da lavoro, ad esempio sforzandosi di concedersi regolarmente pause e ritagliarsi momenti di relax.

Anche captare alcuni campanelli d’allarme iniziali si rivela molto utile, prestando attenzione al proprio corpo e alla comparsa di piccoli malesseri spesso trascurati.

A fare realmente la differenza quando si tratta di superare una condizione di stress o una vera e propria sindrome di burnout, tuttavia, è la richiesta di aiuto che deve essere avanzata senza timori o vergogna, sia chiedendo il supporto di amici e colleghi sia affidandosi a uno specialista qualificato, come uno psicologo specializzato in stress da lavoro che possa consigliare l’avvio di una terapia psicologica efficace.

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ultimo aggiornamento: 06-11-2023


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